Intelligenza artificiale,
ignoranza naturale

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di Antonio Ramenghi

Ai primi di agosto la notizia è stata fornita dai media con un discreto rilievo. La notizia era questa: durante un esperimento condotto nei laboratori di Facebook, due robot, Alice e Bob i loro nomi, si sono messi a conversare tra loro in una lingua sconosciuta. La cosa ha lasciato stupefatti e impauriti gli ingegneri di Menlo Park dove si lavora su Facebook AI, il programma di sviluppo della intelligenza artificiale.
I giornali hanno riferito di scene di panico tra i ricercatori che hanno immediatamente staccato la corrente ai due simpatici robot. Kevin Warwick, professore inglese studioso di robotica, sul “Sun” ha detto che si tratta di una “pietra miliare per la scienza, ma chi dice che non costituisce un pericolo nasconde la testa sotto la sabbia”. E poi ha ragionato con preoccupazione: “Non sappiamo cosa volessero dirsi i due robot”.

Gli esperti dicono che i progressi sulla intelligenza artificiale sono tali che il mondo tra 20-30 anni, ma forse prima, potrebbe essere completamente rivoluzionato proprio come abbiamo visto in numerosi film di fantascienza (?!).
Che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale possa portare a risultati positivi su innumerevoli campi, alcuni ancora inesplorati, è fuori discussione. Già le applicazioni che conosciamo e già usiamo ci fanno capire quanta importanza abbia per il futuro dell’umanità questo sviluppo tecnologico.

Che i progressi e gli sviluppi già immaginabili vadano governati ė altrettanto chiaro.
Mi ha colpito l’allarme lanciato ai primi di settembre dal patron della Tesla, Elon Musk, uno che certo se ne intende, quando ha dichiarato che sull’intelligenza artificiale potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale.
Musk ha prima twittato un articolo di “The Verge” nel quale si riportava una dichiarazione del presidente russo Vladimir Putin secondo il quale il paese che assumerà la leadership nell’intelligenza artificiale dominerà il mondo. Poi, ancora più preoccupato, Musk in un secondo twitt ha detto che “la concorrenza per la superiorità nell’intelligenza artificiale a livello nazionale potrebbe causare la Terza Guerra Mondiale”. Secondo Musk l’intelligenza artificiale è più pericolosa della Corea del Nord. Il patron della Tesla, va ricordato, è stato uno dei firmatari della lettera all’Onu per chiedere il bando delle armi autonome letali. ”Una volta sviluppate – si dice nella lettera -, le armi autonome letali consentiranno conflitti armati di ampia scala e a una velocità che gli umani non sono in grado di comprendere”.

Bene, e noi di che discutiamo oggi? Di Crocetta candidato-non candidato in Sicilia, di Zaia che prima lancia la moratoria sui vaccini poi la sospende, di Salvini che fa o non fa l’accordo con Berlusconi, di Ventura sì o Ventura no alla guida della nazionale di calcio, paghetta ai figli adulti sì o no, ecc.ecc. Tutti argomenti decisivi sul futuro dei nostri figli o dei nostri nipoti, sul futuro della convivenza planetaria, in fondo sul futuro dell’umanità!

Ci fosse stato un politico, dico uno, uno solo che tra una nuotata e l’altra, tra una strambata e l’altra a bordo dello yacht del solito amico, avesse riservato non dico una idea ma almeno un pensiero a questo argomento.

Ma a pensarci bene, è meglio così.

 

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1 commento su “Intelligenza artificiale, <br> ignoranza naturale”

  1. È proprio come dici, meno male che nessuno a detto niente perché al peggio(e i nostri politici sono maestri in questo) non c’è mai fine.
    Un caro saluto e complimenti per questa idea

    Rispondi

Rispondi a Pietro Mario Mannucci Annulla risposta

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