In attesa del reddito di cittadinanza, che nelle intenzioni dei proponenti andrà a beneficio di 9 milioni di persone, e costerebbe 16 miliardi, azioni concrete sul fronte del contrasto alla povertà vengono realizzate a livello regionale e locale. Da ultimo, la Regione Emilia-Romagna ha modificato la propria legge sul sostegno al reddito approvata un anno e mezzo prima. La legge 24/2016 ha introdotto il reddito di solidarietà “una misura regionale diretta a contrastare la povertà, l’esclusione sociale e la disuguaglianza, nonché a promuovere la crescita sociale ed economica, la valorizzazione delle competenze e dei saperi delle persone, l’accesso al lavoro”. Secondo la Regione, nei primi 8 mesi di operatività della misura, a partire dal settembre 2017, sono state presentate ai servizi sociali dei comuni 21.238 domande per ottenere il beneficio, che può arrivare fino a 400 euro al mese per nuclei famigliari di 5 persone.
Con la modifica del giugno scorso (lr 7/2018), questa disciplina regionale è stata aggiornata alla sopraggiunta disciplina statale sul reddito di inclusione, la misura messa in campo nell’ultima parte della scorsa legislatura (legge 33/2017 e d. lgs. 147/2017). Ora il reddito di solidarietà ha lo scopo di incrementare l’ammontare del beneficio concesso in base al reddito di inclusione che il decreto 147/2017 definisce “misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale”.
I beneficiari della misura regionale sono dunque i nuclei familiari in disagiate condizioni economiche che accedono al reddito di inclusione. Possono beneficiarne anche gli stranieri ma solo se si tratta di nuclei familiari residenti da almeno 24 mesi continuativi nella regione.
Il reddito di solidarietà dura diciotto mesi come la misura nazionale. La concessione del beneficio è legata a un ‘progetto personalizzato’ “di attivazione sociale e di inserimento lavorativo (…) finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del richiedente e del relativo nucleo familiare”.
La legge prevede un programma per la lotta alla povertà. Il piano regionale triennale è approvato dal Consiglio regionale e definisce “specifici rafforzamenti del sistema di interventi e servizi per il contrasto alla povertà finanziabili a valere sulla quota del Fondo Povertà nazionale e sui fondi regionali ed europei.” La misura del reddito di solidarietà è stata finanziata con 33 milioni per il 2018 e con 35 per il 2019.