L’insostenibile leggerezza dell’intervista politica

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di Roberto Bin

Quale sia l’emittente, le interviste dei politici sono diventate insopportabili. Il mestiere del giornalista è difficile, e certo quello del politico lo è ancora di più. Ma anche lo spettatore non se la passa bene. Quale sia il problema con cui il notiziario si apre, fatta l’intervista al personaggio principale (sia il presidente del consiglio, il ministro o il sottosegretario) partono i commenti. La ferrea legge della par condicio, ormai iniettata nel DNA giornalistico, fa partire i commenti politici. Il problema è che ormai i partiti, i gruppi parlamentari, le “componenti” politiche sono polverizzati: per cui il povero giornalista deve distribuire il tempo, necessariamente limitato, in mille rivoli.

Una volta il leader politico aveva uno stagista (generalmente retribuito con i fondi per lo staff assegnati dalla camera di appartenenza) che, trascorrendo la vita davanti alla televisione saltando da un TG all’altro, misurava il tempo dedicato al loro capo, pronto a far scattare proteste, esposti e diffide in caso di sottorappresentazione. Oggi non può essere più così, perché i gruppi e le “componenti” sono diventati troppi e quindi il bravo intervistatore può dedicare a ciascuno di loro solo pochi secondi. Ecco che allora ogni TG procede con una carrellata in cui si alternano segretari di partito, esponenti di correnti, portavoce di se stessi, ognuno dei quali riesce a dire solo poche battute, non legate a un tema preciso, non utili a capire in che cosa la sua componente politica si distingua dalle altre. Giocano a chi la spara più grossa. “Rottamare le cartelle esattoriali fino a 5.000 euro, anzi 10.000” proclama il segretario di un partito che non sta più nella sua camicia e che forse domani alzerà l’asticella a 15.000; “Ristori subito e congrui per tutti”, afferma l’esponente di un altro partito, alternando una parrucca all’altra; “Sostegni alle imprese subito”, aggiunge il suo compagno di partito, mentre la voce dell’opposizione dardeggia “bisogna riaprire le palestre”; e la sinistra-che-più-sinistra-non-ce-n’è denuncia il governo spostato a destra; i 5stelle, sempre più sbriciolati, si presentano alla telecamera alla spicciolata recitando, dietro alla mascherina,  un compitino mandato a memoria, che enumera priorità varie. Fine della pagina politica. Adesso parliamo di cose serie finalmente: il principe Harry e sua moglie!

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1 commento su “L’insostenibile leggerezza dell’intervista politica”

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