Se c’è un aspetto che lascia di stucco chiunque abbia conservato una minima capacità di discernimento rispetto alle vicende politico-istituzionali che si succedono da qualche tempo nel nostro ordinamento è la capacità di minimizzare o, se volete, di sorvolare a proposito di episodi (l’ultimo dei quali rappresentato dalla revoca del sottosegretario leghista Siri) che, viceversa, avrebbero potuto avere implicazioni di altra natura sulla tenuta della maggioranza parlamentare “del cambiamento”, quantomeno stando alle roboanti dichiarazioni dei rispettivi leader.
editoriale
L’antifascismo e il giuramento del ministro
Le costituzioni, di norma, non nascono d’un tratto dal fascino di astratti principi, né cadono dal cielo sospinte da un irenico afflato. Sono al contrario frutto di un conflitto, spesso sanguinoso, a cui si pone fine proprio riscrivendo daccapo le regole giuridiche della convivenza civile.
Caso Siri: l’ipocrisia dei garantisti e l’ipocrisia dei 5 stelle
Una volta di più sul caso Siri si sono levate le lamentele dei c.d. “garantisti”, che rifiutano con sdegno che sulla base di un sospetto o di una semplice accusa sia lecito trarre conseguenze “sanzionatorie” che comportino le dimissioni di un politico. Naturalmente è una bufala.
Promulgazione presidenziale con indicazioni per l’interpretazione: segni dell’evoluzione delle garanzie costituzionali
La vicenda della promulgazione con nota presidenziale di accompagnamento (che si legge sul sito web dell’organo) della legge che emenda – ampliandone la portata scriminante, rispetto alla formulazione preesistente della disposizione, i presupposti di esercizio della legittima difesa – ha suscitato anche su queste colonne un interessante dibattito.
Televisione e disinformazione
Si commetterebbe davvero un grave errore se qualcuno, guardando i numerosi talk show predisposti dalle emittenti televisive dalla mattinata sino alla sera inoltrata, pensasse seriamente di farsi una idea plausibile dello stato dei rapporti tra le forze politiche, dell’azione del Governo, delle ragioni che inducono il Parlamento ad assumere una decisione piuttosto che l’altra, della effettiva portata dei pronunciamenti giudiziari, di quello che accade nei diversi versanti in Europa e nel mondo.
Si fa o non si fa il “buco” in Val di Susa?
Ma davvero si pensava e si pensa che si potesse e si possa governare il Paese, sottoscrivendo dinanzi ad un compiacente notaio (nel senso di professionista privato), un “contratto politico” tra due leader sicuri, in quanto elevati al rango di “capi partito” come richiesto da esplicita previsione legislativa, di potere sempre e comunque contare sul sostegno delle rispettive “truppe” parlamentari, considerate, in verità con qualche ragione, alla stregua di una ubbidiente fanteria d’assalto?
La “disobbedienza” dei Sindaci come “intreccio” di doveri “diffusi” di difesa dei diritti?
La questione sollevata dalla “disobbedienza” dei Sindaci sul “decreto Salvini” comprende un profilo, ancora rimasto ai margini del dibattito tra i costituzionalisti e aperto invece al tema, oggi più che mai importante, dell’adempimento di doveri “internazionalmente imposti” ed “euro-unitariamente conformi”.
Onestà! Onestà! L’onestà truffata
Lo confesso. Anch’io ho infranto il codice della strada, sono stato multato. Ma ho subito pagato la sanzione.
Migliorare la democrazia? Il bilancio partecipativo
La democrazia è in crisi, è un dato di fatto. Più precisamente sono in crisi i meccanismi previsti dalla costituzione per canalizzare la volontà popolare, in particolare quelli della democrazia rappresentativa. I dati sull’affluenza alle elezioni dimostrano lo scarso interesse e la sfiducia dei cittadini nelle sfere della politica, i partiti politici faticano a trovare nuovi iscritti e i movimenti populisti sono in forte espansione in tutta Europa. È innegabile che tra la popolazione e le istituzioni si sia creato un profondo divario, difficile da colmare.
Chiacchiere in treno
Sono frequenti i richiami alla gente anche se non è chiaro come vada intesa. Quello che effettivamente pensano le c.d. persone comuni sembra che non interessi molto forse perché talvolta arrivano ad analizzare le situazioni prima e meglio di chi dovrebbe. Tra i pendolari, che per abitudine viaggiano sempre nello stesso vagone del treno, si crea un ambiente utile alla discussione. Vale la pena di riportare quello che si sono detti impiegati pubblici e privati, un paio di professori, studenti universitari e occasionalmente un magistrato in pensione.
Politica pop e diritto, i rischi di un passo indietro nella nostra storia
La storia di Europa è stata segnata da una conquista della cultura liberale, la prevalenza del diritto sulla politica. La ‘politica’ è un termine un po’ astratto per definire il potere, e la storia di Europa è stata segnata dal tentativo di porre il potere sotto controllo, imbrigliarlo nelle regole e nei limiti della costituzione e delle leggi. Quando si parla di Stato di diritto o di Stato costituzionale è a questa conquista che si fa riferimento.
Il Governo del cambiamento e le donne
In questi giorni alcune docenti di diritto costituzionale hanno diffuso una lettera indirizzata ai Presidenti delle Camere (riprodotta qui sotto),