Separazione della carriere: cioe?

di Giovanni Di Cosimo

Nei giorni scorsi, il progetto Meloni-Nordio sulla separazione delle carriere dei magistrati ha superato in scioltezza lo scoglio iniziale, l’approvazione in prima lettura alla Camera dei deputati. Il ministro della giustizia ha imposto la blindatura del testo governativo che non ha subìto alcuna modifica parlamentare, né nell’esame in commissione né in quello in aula.

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A proposito del possibile ruolo delle procure a seguito di un’eventuale separazione delle carriere giudiziarie

di Sergio Bartole*

La forma di governo della Repubblica italiana è pluralista, non solo in quanto recepisce e proietta a livello di poteri il pluralismo della nostra comunità nazionale, ma anche perché è composta di un complesso di istituzioni fra loro separate e destinate a coordinarsi attraverso la collaborazione nonché il bilanciamento delle rispettive attribuzioni e orientamenti. Con l’eventuale accoglimento della proposta separazione delle carriere di magistrati giudicanti e requirenti il numero di quelle istituzioni aumenterebbe con la divisione di un solo ordine di magistrati in due ordini distinti – appunto, uno dei giudicanti ed uno dei requirenti – governato ciascuno da un suo consiglio superiore.

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