Se la rappresentanza diventa solo un inutile costo: ancora ragioni per il ‘no’

di Camilla Buzzacchi (20.08.20)

Prendere posizione contro la riforma costituzionale che potrebbe determinare la riduzione di più di un terzo dei membri del Parlamento può apparire un esercizio di accademia in cui si misurano tecnici quali i “costituzionalisti del no”, che da più parti sono stati invitati a produrre argomenti convincenti per una causa che pare ormai perdente nel clima culturale dominante.

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Sulla legittimità del rinvio del referendum sulla riduzione dei parlamentari

di Alessandro Gigliotti

Com’era ampiamente prevedibile, il Governo ha deciso di operare il rinvio del referendum sul testo di legge costituzionale che apporta modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione al fine di ridurre il numero dei parlamentari, indetto per il 29 marzo prossimo.

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Populismo e riforme costituzionali: sulla riduzione del numero dei parlamentari

di Riccardo Cabazzi

Come afferma Roberto Bin nel suo scritto “Cos’è la Costituzione?” (Quad. cost. 1/2007), «non si tratta di negare l’opportunità o l’utilità di qualche intervento sul testo della costituzione; ciò che lascia invece perplessi è l’idea che attraverso riforme, anche vaste, della costituzione si possano costruire le basi giuridiche per migliorare il funzionamento del sistema politico». Come si possono interpretare e che significato assumono queste parole alla luce della recente riforma costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari?

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È ancora possibile ragionare seriamente del significato della rappresentanza parlamentare?

di Antonio D’Andrea

Ho ben chiaro che, ancora una volta, si voterà su di un referendum costituzionale, che affronta in sé una questione niente affatto banale (la riduzione del numero dei parlamentari elettivi: si dovrebbe passare da seicento a quattrocento deputati e da trecentoquindici a duecento senatori),

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64 o 65? Problemi interpretativi sulle firme necessarie a chiedere il referendum costituzionale

di Salvatore Curreri

A detta delle cronache parlamentari, lo scorso 18 dicembre 2019 è stata raggiunto il quorum di un quinto dei membri di una camera (nel caso specifico del Senato) che l’art. 138 Cost. richiede perché le leggi di revisione costituzionale siano sottoposte a referendum popolare.

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