Il Paese crolla, le cornacchie gracchiano

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di Roberto Bin

Il Paese è rimasto attonito davanti alla tragedia di Genova. Sgomento per le vittime e per le conseguenze che subiranno i genovesi. Spaventato per i rischi a cui la vita ordinaria delle persone può essere sottoposta da un momento all’altro. Solo pochi giorni fa è crollato un tratto autostradale a Bologna, ancora una volta in una città. Che cosa accade? Un Paese passato pressoché indenne attraverso il terrorismo si trova a contare i morti per eventi che sembrano imprevedibili e accadono con una frequenza agghiacciante.

Ci aspetteremmo che il Governo risponda agli interrogativi che noi tutti ci poniamo e ci dica quali strategie verranno poste in atto per evitare che questi eventi si ripetano e rendano la nostra vita un incubo. E invece dalle finestre del Palazzo del Governo escono le cornacchie e ci assordano con il loro gracchiare. La loro unica reazione è stata di puntare il dito contro qualcuno, denunciare responsabilità che non sono ancora ipotizzabili. Certo, responsabilità per quanto accaduto a Genova ce ne saranno, non possiamo credere alla fatalità. Ma gli eventi vanno studiati, le cause accertate, chi non ha prevenuto le cause individuato, il livello di colpevolezza valutato. Dovrà essere fatto, ma ci vuole tempo e serietà: e prima si deve provvedere all’emergenza, ricuperare chi è dato ancora per disperso, provvedere alla gente che viene sfollata da edifici che forse non sarebbero dovuti mai essere abitati, rimettere in moto una città che è troppo importante per restare paralizzata.

Ma le cornacchie non hanno pazienza e subito sono state gridate alla stampa responsabilità assolute, minacciate reazioni di rivalsa, individuate punizioni. E sì che il Presidente del Consiglio, che non ha nessuna esperienza politica, almeno una preparazione tecnica di diritto civile dovrebbe averla: e prima di parlare di revoca della convenzione con Autostrade avrebbe potuto darci un’occhiata. Macché, è riuscito persino a dire che non si potrà aspettare le indagini della magistratura e gli accertamenti del processo penale: bravo, ma per revocare una concessione bisogna rispettare le procedure contrattuali e qualche accertamento delle responsabilità sarà pure necessario, no? E il ministro delle infrastrutture, Toninelli, riesce a dire addirittura che provvederà a rendere pubblica la convenzione tra Anas (e ora il Ministero) e Autostrade, segretata dal Governo (da quelli precedenti, ovviamente): bravo anche lui, ma se qualcuno ha voglia di leggere la Convenzione la trova in rete, proprio nel sito del suo stesso Ministero! E non sono state rese pubbliche dal “governo del cambiamento”, ma dal suo predecessore, il vituperato governo Gentiloni. Il testo della Convenzione base lo potete scaricare e leggere: fatelo, vedrete oltretutto che il concedente (l’Anas prima, il Ministero dal 2012) ha ampi poteri di controllo e verifica tecnica sulle opere e sulla manutenzione. Gli ha esercitati a Genova? Che cosa hanno fatto il Ministro Toninelli e i suoi tre sottosegretari (tra i quali non è chiaro come siano ripartite le deleghe) per accertare come le loro strutture ammnistrative facciano fronte a queste competenze? Non è una domanda da cui prescindere quando si vorrà affrontare il tema delle responsabilità. Ma Di Maio, che tutto sa e tutto conosce, ha già decretato che i contratti sono vergognosi e che vanno revocati senza penali, che la colpa è di Renzi e delle lobby. Se qualcuno non provvede a metterlo in riga, assisteremo a una decina di anni di cause penali e civili, alla fine delle quali lo Stato – cioè noi – dovrà sborsare cifre da capogiro anche per i danni provocati dalle dichiarazioni gracchianti delle autorità di governo. Siamo sicuri che la perdita di un quarto del valore delle azioni della società concessionaria (ora Atlantia Spa) migliorerà la situazione autostradale italiana, la nostra sicurezza e l’individuazione delle responsabilità? Atlantia non è un bruscolino: è una società che gestisce, oltre a una grande fetta delle strutture autostradali italiane, anche il tunnel della Manica e reti autostradali e aeroportuali in mezzo mondo. La preoccupazione avanzata da Benetton, il maggior azionista di Atlantia – che ha fatto notare che la minaccia di revoca della concessione è stata effettuata “in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria e in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell’accaduto” e che questo avrebbe avuto pesanti riflessi nelle borse azionarie – è stata subito denunciata da Salvini come prova di evidente di intollerabile immoralità: “facce di bronzo… chiedessero scusa e ci dessero i nomi dei colpevoli del disastro, che devono pagare. Il resto non ci interessa”. Peccato, sino allora Salvini era stato il migliore del suo Governo, rigorosamente in silenzio: la sera del disastro dicono che fosse impegnato in attività politiche – e successiva festa – in provincia di Messina. Ma poi evidentemente ha ricuperato.

Insomma, la caccia alle streghe è incominciata. Tutti noi vorremmo capire che cosa è successo e chi ne porta la responsabilità: ma è tutto qua quello che ci dobbiamo aspettare dal Governo?

PS. Sull’ipotesi di revoca della convenzione vedi ora l’articolo di Marcello Clarich, pubblicato il 17 agosto sul Sole-24 ore.

 

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2 commenti su “Il Paese crolla, le cornacchie gracchiano”

  1. Peccato che da un articolo ben fatto, che invita a riflessioni razionali, emergano così fortemente le idee politiche di chi scrive e il disprezzo totale verso soggetti che hanno ottenuto una larga maggioranza alle ultime elezioni. Si chiama democrazia: governo (kratos) del popolo (demos). Ma se ne può sempre fare a meno se non piace, magari facendo votare solo chi la pensa come noi o ha un certo censo/livello di scolarizzazione…

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    • Non nutro alcun disprezzo nei confronti di chi ha vinto le elezioni (però stiamo attenti ai numeri, Salvini con il 17,4 % dei voti non ha vinto un bel niente), ma nutro profondissimo disprezzo nei confronti di un modo di fare politica. E in questo mio disprezzo non ho difficoltà ad associare anche quei PD che usano le stesse metodologie: dichiarazioni roboanti, accuse senza fondamento, tweet che suppliscono all’assenza di argomenti. Mi pare che le accuse a Salvini di aver votato a favore della legge pro-Benetton rientrino in questo stile. Che francamente mi ripugna. Anche se sono accuse fondate, non è questo quello che dovrebbe produrre una classe politica di governo, specie di fronte a drammi seri e a problemi di grande rilievo. Non so se la maggioranza che governa abbia vinto le elezioni o sia solamente la sommatoria di seggi conquistati da forze che si sono presentate agli elettori divise e fieramente contrapposte e poi hanno raggiunto un accordo. Quello che vedo è un gruppo di politici che fanno vanto della loro inesperienza e si comportano senza alcun senso di responsabilità. Ne pagheremo noi le conseguenze, democraticamente.

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