La mutazione “genetica” dell’ufficio di presidenza della camera

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di Gianluca De Filio*

L’ufficio di presidenza della Camera dei deputati per quindici legislature è stato un organo praticamente sconosciuto non solo alla quasi totalità dell’opinione pubblica, ma anche ad un buon numero di addetti ai lavori.

Basti pensare che i resoconti di questo organo, che pure erano regolarmente pubblicati nel Bollettino degli organi collegiali, sono stati resi pubblici e accessibili sul sito internet della Camera solo da settembre 2011.

È nel corso della XVI legislatura (29 aprile 2008 -14 marzo 2013), quando la polemica sui costi della politica divampa e arriva al suo culmine, che l’ufficio di presidenza della Camera diventa protagonista delle cronache e trasforma la sua natura da organo preposto all’amministrazione dell’istituzione, all’interno del quale le decisioni erano assunte di comune accordo tra tutte le forze politiche rappresentate, in organo politico nel quale gli esponenti politici dei gruppi, ad iniziare dallo stesso Presidente della Camera, assumono posizioni di natura politica con rilevanza esterna.

Non è un caso che nella XVII legislatura (15 marzo 2013 – 22 marzo 2018) e in quella attualmente in corso, grazie anche alle difficoltà riscontrate nel dar vita ad un governo, il primo terreno di azione politica sia stato proprio l’ufficio di presidenza. Ciò è dovuto al fatto che, a differenza delle commissioni parlamentari e dell’attività parlamentare ordinaria che rimane congelata fino a quando non si costituisce un governo, l’ufficio di presidenza si costituisce nel corso delle prime due sedute della Camera e da quel momento è nella pienezza dei propri poteri.

Può essere, dunque, interessante provare ad effettuare un raffronto tra gli atti assunti dall’ufficio di presidenza della Camera nei primi due mesi di attività della XVII legislatura e della XVIII.

Nella XVII legislatura nelle sedute svolte tra il 22 marzo e il 2 aprile 2013, su impulso della Presidente Boldrini, l’ufficio di presidenza adottò una serie di delibere volte a ridurre i costi di funzionamento interno. La prima di queste delibere, adottata nella seduta del 28 marzo, ha previsto l’abolizione degli alloggi di servizio che la Camera assegnava fino a quel momento al Presidente, ai Vicepresidenti e ai Questori. Nella stessa seduta fu approvata anche la delibera che riduceva i criteri relativi all’utilizzo delle autovetture di servizio a disposizione dei deputati che ricoprivano cariche istituzionali all’interno della Camera.

Nella seduta del 2 aprile l’ufficio di presidenza approvò altre quattro delibere con le quali venivano ridotti una serie di “benefit” riconosciuti ai deputati componenti l’ufficio di presidenza e ai presidenti di commissioni e giunte, quali la riduzione del trenta per cento dell’indennità di ufficio, riduzione del venticinque per cento del budget complessivo per l’assunzione del personale di segreteria, abolizione dei fondi di rappresentanza e eliminazione del rimborso mensile per le spese telefoniche pari a circa 155 euro mensili.

Nel corso dell’attuale legislatura l’ufficio di presidenza della Camera, in termini di delibere ad oggi si è mostrato meno produttivo ed efficace, anche se ciò è dovuto ad una serie di motivazioni di natura oggettiva.

La prima di queste riguarda il fatto che numerosi interventi di riduzione delle spese di funzionamento sono state già posti in essere non solo nella XVII legislatura, ma anche nelle XVI. Inoltre l’obiettivo principale individuato dal presidente Fico è molto ambizioso politicamente, ma di complicata realizzazione dal punto di vista tecnico, come il ricalcolo dei vitalizi attualmente in essere con il metodo contributivo applicato ai deputati a far data dal primo gennaio 2012.

Nei mesi di aprile e maggio 2018 l’ufficio di presidenza ha dato mandato al collegio dei questori di realizzare un’istruttoria in ordine alla riforma dei vitalizi ancora in essere. Ma la delibera di riforma ad oggi non è ancora stata adottata, complice anche una differenza di valutazioni con il consiglio di presidenza del Senato (l’organo omologo dell’ufficio di presidenza).

In tema di riduzione dei costi è stata adottata, ad oggi, una sola delibera, quella relativa al personale dei gruppi parlamentari che a regime produrrà un risparmio di 120.000 euro annui.

Al di là del numero degli atti concretamente adottati il raffronto tra i primi mesi di vita dell’ufficio di presidenza della Camera della legislatura XVII e XVIII conferma la mutazione “genetica” subita da quest’organo che lo ha trasformato in una delle arene in cui si dispiega l’agone politico sempre più sotto forma di scontro che di confronto.

*Collaboratore parlamentare presso Camera dei deputati

 

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