“Le belle bandiere” e la vittoria di Elly Schlein

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di Roberto Bin*

Le belle bandiere” è il titolo di una poesia di Pasolini che mi commuove ogni volta che la rileggo. La vittoria di Elly Schlein, e ancora prima il modo con cui si sono svolte le primarie del PD, me l’ha fatta rileggere. A chi ha reagito all’evento con preoccupazione e non con entusiasmo forse una lettura farebbe bene. Sempre che abbia il cuore a sinistra. Perché è di questo che si tratta. L’attesa è enorme e speriamo che Elly riesca a reggere. Si tratta di alzare bandiere chiare e di non temere di scontentare qualcuno.

È tempo di superare il partito dei “sì, ma” e assumere punti programmatici forti e impegnativi. Il lavoro e le sue tutele e la lotta alle diseguaglianze sociali in primo luogo; una politica dell’accoglienza che porti a superare le assurdità delle legge Bossi-Fini, strumento stupido e inutilizzabile, prima ancora che ingiusto; una seria politica del territorio che si opponga agli abusi, che ormai sono tutti quelli che derogano ai principio – professato sinora dalle leggi volute dal centro-sinistra, anche nella nostra regione, ma con la tecnica “si, ma” – del “consumo 0”; una seria politica dei centri urbani, che ne blocchi la c.d. “gentrificazione” e l’evidente degrado commerciale; una politica della casa che si opponga allo sfruttamento incontrollato delle proprietà; un rilancio dei servizi pubblici essenziali – sanità, assistenza, istruzione, anzitutto – che li renda competitivi per qualità con l’offerta privata. Potrei continuare ancora, evocando ulteriori belle bandiere.

Naturalmente – si dirà storgendo la bocca  – cosa ci si può aspettare da una ragazza nata e vissuta nella bambagia? Tanto ci si può aspettare, innanzitutto perché non è sola, e poi perché è una donna. Anni di vita mi hanno persuaso che le donne hanno una capacità di guida “sociale” che negli uomini è rara. Forse è una questione ormonale, che spinge gli uomini a un delirio di potenza, al bisogno di vincere la competizione quale ne sia il costo: gli uomini non hanno amici, questa è la verità, al massimo hanno compagni di gioco con cui mettersi in competizione. Le donne sono diverse, basta vedere come si comportano con gli altri, la ricerca della comunicazione, dello sguardo, del contatto, della comprensione, della capacità di assistenza. Che la sinistra fosse guidata da una donna me lo auguravo da anni e questo obiettivo ha sempre guidato il mio voto (quando mi è stato lasciato un margine di scelta).

Ma c’è il rischio che Elly sposti il PD troppo a sinistra? Certo, superare la tattica del “si, ma” creerà degli scontenti: non si può promuovere l’interesse generale senza scontentare interessi particolari; non si può promuovere una seria politica dell’inclusione degli stranieri, concedere loro la cittadinanza, creare una normale, regolare e regolata immissione nel lavoro (di cui un Paese in conclamata crisi demografica ha disperato bisogno, oltretutto), senza la reazione di chi si sente “invaso” o la pensa come Piantedosi (a proposito, qualcuno gli potrebbe spiegare che l’Italia è stata per almeno un secolo un Paese di emigrati, milioni e milioni di italiani che hanno cercato lavoro attraversando l’Oceano o anche soltanto il Mediterraneo, cercando in Algeria o Tunisia il rimedio alla propria condizione?); non si può proteggere il territorio o il centro storico senza limitare l’uso sconsiderato della proprietà privata… Ci saranno molto scontenti, ma tanti, tanti, tanti di più saranno i contenti che si riuniranno sotto le belle bandiere.

* L’articolo è già stato pubblicato da Cantiere Bologna il 1° marzo 2023.

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