La politica degli abbracci

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di Antonio Ramenghi

Da giorni la sinistra italiana non fa che discutere della stretta. Non quella economica che sarà imposta dalla prossima legge di bilancio come sarebbe giusto fare. Ma di quella stretta, incredibile a dirsi e a vedersi, tra Giuliano Pisapia e Maria Elena Boschi!

È vero, ormai dalla politica dei nostri politici possiamo aspettarci di tutto ma questo è davvero un caso limite, che farebbe solo ridere se non ci fosse da piangere.
La critica mossa a Pisapia dagli esponenti di Articolo1, bersaniani, dalemiani, speranziani, ecc, è che il saluto dell’ex sindaco di Milano alla sottosegretaria in visita nel capoluogo lombardo è stato troppo caloroso. Un abbraccio troppo stretto, una “adesione”, un corpo a corpo troppo ravvicinato e prolungato.

Era dai tempi dell’Unione Sovietica che non vedevo interpretare un saluto, un applauso, uno sguardo con tanta pregnanza politica. O meglio era di qualche mese fa la notizia di alcuni generali finiti male perché, addormentatisi durante un discorso del caro leader, avevano mancato il caloroso obbligatorio applauso. Ma eravamo in Corea, come noto.

In Italia da qualche giorno invece si discute di quanto debba essere ravvicinato un abbraccio perché non sia immediatamente colorito di chissà quali retroscena politici.

Ma secondo voi che doveva fare Pisapia incontrando la Boschi il cui partito contribuì decisamente alla sua elezione a sindaco? Stringerle la mano voltando lo sguardo altrove? Che doveva fare Pisapia intento a costruire un’area di sinistra che ha come destino finale l’alleanza elettorale con il Pd? Accogliere la Boschi con il saluto dell’ombrello, o pestarle un piede?

Tanto è stato il clamore attorno a quell’abbraccio con dichiarazioni quanto meno ridicole che il buon Pisapia, nonostante sia dotato di una notevole pazienza, oggi, 25 luglio, ha disdetto l’incontro previsto con Speranza. E secondo me ha fatto bene. Quando Articolo 1-Mdp smetterà di discutere di abbracci sono certo che ritroverà Pisapia.

Il “caso” tuttavia ha messo in allerta tutti gli altri politici che, in gran segreto aiutati da mogli e figlie, stanno studiando la gradazione delle strette di mano, degli abbracci, delle pacche sulle spalle. Salvini come fare con Brambilla e Meloni; Alfano con Bindi e Raggi e Appendino, ecc. ecc.
L’unico che sa già tutto, ovviamente, è Berlusconi…

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1 commento su “La politica degli abbracci”

  1. Questa è l’ultima, ma solo in termini di tempo, chicca che i “mdp” riescono ad escogitare e forse è anche la più intelligente, il resto che hanno fatto e/o detto è solo frutto di bieco conservatorismo e attaccamento alla sedia( poltrone non ne hanno mai avute)

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