Promesse elettorali: e se oltre le fake news ci occupassimo delle fake promises?

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di Roberto Bin

La legislatura è finita discutendo di una proposta di legge che persegua le fake news: non si è fatto nulla, per fortuna, poiché il tema è troppo delicato per darlo in pasto ad assemblee parlamentari ormai ridotte ad arene dove falsi gladiatori combattono con falsi leoni. Però qualcosa si dovrebbe fare contro le false promesse elettorali.

Perché false? Perché non sono possibili. Un esempio? Dice Salvini che se vince le elezioni e va al governo proporrà giudici eletti direttamente dal popolo (vedi la nostra pagina, alla voce giustizia). Perché è falsa? Naturalmente lui la può proporre, ma realizzarla è un’altra cosa: ci vorrebbe una riforma costituzionale e pure molto estesa, perché significherebbe cambiare l’intera parte che riguarda l’ordinamento giudiziario, il CSM ecc. E poi avremmo anche problemi con l’Unione europea (è vero che per Salvini se ne potrebbe fare anche a meno…): la Commissione ha appena avviato un procedimento contro la Polonia per le riforme che portano i magistrati sotto il controllo della politica. Che importa all’ Unione europea di come si nominano i giudici nazionali? Perché l’indipendenza dei giudici è un pre-requisito per il funzionamento del sistema europeo, in quanto, in uno spazio dove le sentenze circolano senza frontiere e un giudice nazionale è tenuto ad applicarle automaticamente, l’interesse dell’Unione e di tutti i suoi membri è che la magistratura funzioni secondo criteri ben precisi. L’elezione popolare dei giudici è sconosciuta in Europa, e per ragioni evidenti. Forse Salvini si sarà informato almeno in televisione, dove i tanti telefilm americani sottolineano i gravi problemi di neutralità e indipendenza che i giudici statali (non quelli federali, però) eletti dal popolo, dopo un’intensa campagna elettorale, restituiscono alla loro comunità.

Ma anche la flat tax, promessa da Berlusconi (fissata tra il 23 e il 25%) e rilanciata da Salvini (non oltre il 15%) è una fake promise. Perché? Non voglio discutere la sostenibilità finanziaria di una misura del genere, il cui rischio ricadrebbe tutto su di noi, a partire dai pensionati e dai dipendenti pubblici, il cui reddito sarebbe azzerato dall’insuccesso di una tale riforma. Ma ancora una volta è la Costituzione a mettersi di mezzo, il cui art. 53 dice: «1. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. 2. Il sistema tributario è improntato a criteri di progressività». Come si concilia con questi principi la flat tax? Semplice, non si concilia. Non è certo una forbice di 3 punti percentuali a soddisfare il criterio della progressività, e sicuramente non si concilia con il principio della capacità contributiva l’idea che i redditi più elevati non possano essere gravati di un’imposta superiore al 15%. Insomma, ci vorrebbe anche qui una riforma costituzionale, anche per dare la necessaria certezza ai contribuenti e agli investitori che questa brillante riforma fiscale non duri solo “lo spazio di un governo” (in Italia fissato statisticamente a poco più di un anno). La riforma costituzionale dovrebbe superare il referendum che verrebbe sicuramente richiesto: chi glielo spiegherà agli elettori che è bene assumersi il rischio di veder crollare il sistema pensionistico e quello sanitario per beneficare i redditi più elevati di una stretta minoranza di benestanti con un considerevole sgravio fiscale? E non si risponda che l’America sta mostrando che tutto questo è possibile. Basta leggere il dibattito sul Fatto quotidiano, alimentato da alcuni italiani che vivono negli States per capire quanto poco credibile sia la comparazione che ci viene somministrata dai fautori della flat tax. Quante sciocchezze si dicono sugli USA!

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2 commenti su “Promesse elettorali: e se oltre le fake news ci occupassimo delle fake promises?”

  1. Fra le fake-news (falsità, se mi permettete l’uso dell’italiano) e la «verità» c’è un ampio spettro di gradazioni di falsità e nessuna verità. Non esiste una definizione accettabile di verità. Qualcuno sostiene che la verità sia il risultato del fact-checking, un modo per dire in anglosassone quello che non si è capaci di affermare in italiano. Nei fatti nessuno sa cosa sia la verità. La verità è relativa, come sosteneva Einstein ormai più di un secolo fa, la verità dipende dal punto di vista che, attenzione, non vuol dire che la verità è senza regole, vuole solo dire che dipende dal punto di vista. Insieme alla «verità uguale per tutti» sparisce anche la «falsità uguale per tutti». Questo scivolamento nella filosofia non è però inutile, ci evidenzia infatti che nessuno può ergersi a possessore della verità , tanto meno i giudici di qualsiasi tipo di giurisdizione. I giudici non sono chiamati a giudicare le verità e le falsità, bensì il «peso» e la «distribuzione» iniqua del danno che l’azione di un Cittadino trasferisce ad altri Cittadini. Significa che il giudice deve mediare fra il punto di vista del danneggiante e del danneggiato anche quando il danneggiante o il danneggiato è la società stessa. Inoltre il suo giudizio è regolato e limitato da un protocollo che non è deciso dal giudice, ma di nuovo dai Cittadini. Le fake news sono quindi opinioni garantite dalla Costituzion e il dibattito sulla verità è inutile e controproducente, conta invece il danno e la sua equa distribuzione. Ne consegue quindi che se Salvini propone di fare eleggere i giudici si tratta di una opinione e non di una falsità, ovviamente è un’opinione che ha delle conseguenze che è giusto elencare e pesare, ma è anticostituzionale etichettare le opinioni come «non eseguibili», a meno che il presupposto non sia che la Costituzione non si può cambiare, il che è piuttosto improponibile nelle democrazie. L’altra citata fake news è la flat tax, ma non è chiaro (a parte gli inglesismi) perchè la flat tax non sia progressiva, dal momento che le percentuali sono matematicamente progressive per definizione. Non ho preso in considerazione il merito delle proposte definite fake-news, ma propongo di considerare ogni opinione lecita in sè altrimenti vi è il rischio concreto di aggiungere ulteriori fake news alla già grande confusione. Forse è più prudente «pesare» gli effetti delle opinioni, se tradotte in provedimenti, e lasciare che i Cittadini decidano da soli il loro punto di vista.

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    • Guardi Stefano Chianchi in merito all’interpretazione della Verità, con la V maiuscola, siamo difronte a un dubbio più che amletico, anzi oserei dire quasi indeduttibile ed’inalienabile come dubbio della relatà umana. la verità di certo non si cela nell’opionione certa di soggetti come me o lei, quello è sicuro; ma la sua percezione deriva da dati statistici, da dati universali ed’eventi incontrovertibili. naturalmente nulla toglie che è il modo, il metodo, la consistenza di quell’ammasso che chiamiamo realtà (realtà soggettiva, intendo) che distorce la verità oggettiva. una delle fake-news più diffuse è che vi sia presenza di un quantitativo di mercurio e aluminio, sufficenti a scatenare una reazione di increspamento-cristallinizante all’interno del plasma-ematologico e di conseguenza la provocazione di danni al corpo e alle sue cellule (in particolar modo si parla di danni celebrali provocanti patologie spicologiche come la sindrome di Aspergen=> mai confermata come derivata, ma di derivazione unicamente genetica). sono sicuro che mai e poi mai conosceremo la verità nella sua fisicità, come possiamo conoscere le tasce dei nostri vestiti, ma non possiamo definire che quella sia una verità in quanto non è concigliante con la realtà oggettiva; tanto ricercata da persone come Einstein il quale per giuntà disse che la Relatività riguardava l’universo e non i suoi esseri e le loro scoperte. se una mela cade, non si può affermare che in un altro mondo non sia così per via di altre forze a noi sconosciute o che il creazionismo sia più credibile dell’evoluzionismo. ci sono verità inelludibili e ad’esse bisogna rifarsi per l’informazione corretta e coerente, sono sicuro che ogni persona sia libera di leggere ciò che vuole e pensare di conseguenza, quel che le pare, ma se la sua libertà è lesionante della Mia, o delle altre più, libertà di non avere un epidemia di vaiolo o varicella allora quel soggetto deve essere informato della realtà oggettiva, che si distorce dalla realtà soggettiva solamente perché è quest’ultima che distorce la prima.
      in questo articolo poi si parla delle false speranze propinate da tutti i politici, e si sa chi vive sperando….; e devo ammettere che io preferirei un politico che sia sincero e mi affermi la sua ipocrisia, la sua mancanza di tatto e menefregismo per gli altri. devo dire che mi sarebbe più semplice comprendere se votarlo o meno.
      poi per quello che riguarda la percezione di ogni singola veirità, di ogni singolo evento bisognerebbe prendere la giusta prostettiva e analizzare con un occhi critico ben allenato su quella fatti-specie e non di chi unque se no ci ritroveremmo miliaia di teorie su ogni singolo argomento. bisognerebbe interpellare tutti i folosofi, delle epoche, per avere solo una parvenza della nebbia che circonda la Verità.
      noi viviamo di realtà, a livello politico e oggettivo, se poi si vuole parlare di c.d fuffa o distogliere le persone di altri argomenti più importanti, come l’istruzione e non le tasse per l’Università, allora si è difronte alla decadenza dello stereotipo ideato dai padri costituenti. ma del resto fatta l’Italia biosgna fare gli Italiani…
      Arrivederci
      S.E

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