Le ragioni di Mattarella ed elogio delle manette

di Edmund Burke

Ci voleva il Presidente della Repubblica ad annunciare che il Re è nudo. Chi evade le tasse ruba, si approfitta di noi, stupidi contribuenti in regola. Lo Stato funziona – funziona bene o funziona male, questo è un altro discorso – per tutti, e chi evade le tasse gode dei benefici assicurati dallo Stato e pagati da noi. E’ tecnicamente un ladro, ruba la ricchezza da noi prodotta e trasferita allo Stato tramite il sistema fiscale. Non ha scuse: dire che le tasse sono troppo alte non giustifica chi non le paga, perché gli altri le pagano e sono alte anche per loro, anzi per loro sono veramente troppo alte perché devono coprire il fabbisogno finanziario a cui gli evasori non contribuiscono. Sarebbe come pretendere che saltare la fila sia giustificato dal fatto che la fila è lunga, troppo lunga. C’è solo un termine per definire questo atteggiamento: inciviltà.

Vergogna, dunque, Mattarella ha ragione a dirlo. Invece è davvero stupefacente che i partiti di opposizione oggi accusino la maggioranza di sostenere il governo “delle tasse e delle manette”. Nessuno è in grado ancora di affermare con qualche fondamento se la manovra finanziaria comporterà un aumento netto del prelievo fiscale: ma è certo che se ci sarà una stretta sull’evasione fiscale e sarà introdotta una repressione penale più severa per gli evasori, tutti coloro che pagano le tasse dovrebbero esultare: si sta difendendo il loro patrimonio dai ladri. Poi si potrà anche ragionare su quante tasse sono prelevate e dove, su come sono scritte le norme fiscali, di come funzionano i controlli e il contenzioso. Tutto può essere messo in discussione, ma che chi evade le tasse (non per un errore, non per importi minimi, non per le situazioni folkloristiche e tragiche che la nostra burocrazia riesce a generare) vada in carcere e sia punito con una pena non meno grave di chi ruba, questo in un paese civile non può essere messo in discussione.

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