di Fabio Ferrari
Siccome il referendum è perfettamente inutile e, vada come vada, non produrrà alcun concreto effetto giuridico, il ricorso per la sua sospensione non può essere accolto.
In massima sintesi, questo è il significato della pronuncia del Tar Veneto sul referendum consultivo per l’autonomia del prossimo ottobre. È una decisione interlocutoria, che giudica solo sulla richiesta di “sospendere” la procedura referendaria in attesa del giudizio di pieno merito: i quesiti posti dal ricorrente, come già spiegato (Cortese) hanno una loro complessità, e sarà interessante leggere la futura decisione del TAR (anche se quella qui in esame, mostrandosi sensibile al presunto difetto di legittimazione dei ricorrenti…«sembrano aver proposto un’azione popolare al di fuori dei casi tassativamente ammessi dalla legge», pare lasciare ben poche speranze alle ragioni del ricorso).
Il punto centrale del sintetico ragionamento del giudice amministrativo, tuttavia, è chiaro e difficilmente contestabile:
«Ritenuto che non sussiste comunque il pregiudizio grave ed irreparabile, poiché i provvedimenti impugnati si inseriscono in una complessa procedura, che vede come attori organi statali e regionali, non conclusasi e rispetto alla quale peraltro il risultato referendario non ha alcuna efficacia vincolante».
Esso rimanda a questioni già ampiamente trattate in questo giornale (Bin), che potrebbero essere così riassunte: ma di che cosa stiamo parlando?È davvero avvilente leggere le sobrie affermazioni del Presidente Zaia:
“RESPINTO DAL TAR L’ULTIMO ATTACCO AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA” .Il Tribunale amministrativo regionale del Veneto ha respinto un ricorso contro il referendum sul tema dell’autonomia del Veneto in programma il 22 ottobre. È fallito l’ultimo colpo di coda che era stato tentato, anche se in sordina, per affossare il referendum per l’autonomia dei veneti. Un tentativo di sgambetto da parte di anime belle che predicano bene e razzolano male. Ringrazio i Magistrati Amministrativi, verso i quali ho sempre nutrito la massima fiducia. Adesso non ci sono più ostacoli. Si corre a pancia bassa verso il voto del 22 ottobre prossimo).
Zaia celebra in pompa magna una pronuncia interlocutoria in cui i giudici scrivono, nero su bianco, che il referendum è spudoratamente inutile. Ancor più sconfortanti, sempre nella pagina facebook del Presidente, sono i commenti ai limiti del delirante di una fetta del cosiddetto popolo Veneto (del quale chi scrive, giusto per chiarire, fa parte), proteso a sostenere la condivisibile causa dell’autonomia nel modo più becero e propagandistico immaginabile.
Leggere le pronunce dei giudici è senz’altro cosa buona e giusta, ma anche capirle non sarebbe affatto male.
Si potrebbe derubricare tutta questa imbarazzante vicenda al ridicolo, come effettivamente è. Ma aveva purtroppo ragione Ennio Flaiano, quando spiegava che la situazione politica italiana è “grave ma non seria”. Mai aforisma fu più calzante: è grave che vengano letteralmente sperperati milioni di euro di danaro pubblico in questo modo; è grave che non sia assicurato un minimo di contraddittorio alle ragioni, condivisibili o meno, del “no”; è grave la strumentalizzazione del significato della pronuncia del TAR; è grave, gravissima, l’imbarazzante inconsapevolezza del cittadino medio circa il rapporto che dovrebbe esservi tra “fini” politici e “mezzi” istituzionali per raggiungerli (116.3 Cost.). E si potrebbe tristemente continuare (Bin).
A proposito di aforismi, ne viene in mente un altro: “più grande è la menzogna, più la gente la crederà”. Visto l’autore, sarebbe forse il caso di preoccuparsi; ma dopo tutto non è il caso di esagerare: come diceva Ennio Flaiano, “la situazione è grave, ma non seria”.
2 commenti su “Referendum Veneto: situazione grave ma non seria”