Salvini colpisce ancora

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salvini

Un motivo ci sarà se il nome di Matteo Salvini campeggia con una certa frequenza in questa rubrica.

di Giacomo Menegus

Giusto l’altro ieri, alla notizia che la Corte costituzionale aveva fissato la discussione delle questioni di costituzionalità dell’Italicum per il 24 gennaio, il nostro ha pensato bene di inanellare una serie di “scivoloni costituzionali” che non possono certo passare inosservati.

La prima uscita a caldo è consegnata ai microfoni di SkyTg24 (si24.it): “Che la Consulta si prenda un altro mese e mezzo è una cosa incredibile, fuori dal mondo, una follia”.

Non soddisfatto, rincara la dose: “Se avessimo una Corte Costituzionale normale in un Paese normale, non ci metterebbe altri due mesi a partorire la sentenza su una legge che è evidentemente sbagliata” (wallstreetitalia.com).

Poi aggiunge che bisogna andare subito al voto: “Con qualunque legge elettorale. Faccia in fretta la Consulta, faccia in fretta il presidente della Repubblica perché l’Italia ha bisogno di un Parlamento e di un governo legittimi e seri”.

E infine ci regala la ciliegina sulla torta: “Dopo Monti, Letta e Renzi, non accetteremo mai il quarto presidente del Consiglio non eletto da nessuno” (ilfattoquotidiano.it).

Il tutto condito dalla richiesta alla Corte (!) di anticipare la data della discussione entro l’anno.

È bene andare con ordine.

Primo: che il leader di un partito critichi così aspramente la Corte purtroppo non è una novità: la cattiva abitudine di riservare a Corte e Presidente della Repubblica commenti ed epiteti a dir poco ineleganti è ormai diffusa tra tutti gli schieramenti politici. Se un tempo si riteneva unanimemente che tali istituzioni andassero sottratte all’agone politico, la critica anche volgare agli organi di garanzia è ora imperante. Che però parli di “follia” con riferimento alla Corte chi, fino a pochi giorni fa, era andato ad ergersi a paladino della Carta, è cosa che ha del ridicolo.

Secondo: sui tempi e l’assurda ipotesi di un anticipo “a richiesta” (anche qui il bon ton istituzionale va a farsi friggere) ha già avuto modo di rispondere con una nota la stessa Corte, che mostra chiaramente di non aver apprezzato le intemperanze leghiste (http://www.cortecostituzionale.it/documenti/comunicatistampa/CC_CS_20161207141137.pdf).

Terzo: forse Salvini non lo sa (o finge di non sapere), ma niente impedisce al Parlamento di intervenire sull’Italicum prima che la Corte si pronunci per poi andare al voto. Semmai potrebbe accadere il contrario. Potrebbe cioè succedere che, essendo impegnato il Parlamento nella modifica della legge sub iudice, la Corte ritardi la pronuncia per non interferire con i lavori delle Camere.

Quarto: andare al voto subito e avere un governo legittimo e serio sono due cose che difficilmente stanno insieme. Salvini sembra non cogliere il problema rappresentato dall’esistenza di due distinti sistemi elettorali (Italicum e Consultellum), i quali probabilmente finirebbero col produrre maggioranze diverse nei due rami del Parlamento. Come il Governo tanto auspicato da Salvini possa ottenere la fiducia dalle due Camere con maggioranze distinte, resta un mistero.

Dulcis in fundo: Salvini scivola ancora sul più classico degli errori. Tutti lo sanno, dopo mesi di campagna referendaria, incontri pubblici, discussioni, analisi con gli esperti; persino sui social network che tanto frequenta, molti comuni cittadini lo ripetono come un mantra: in Italia il Presidente del Consiglio non lo elegge il popolo, ma lo nomina il Presidente della Repubblica.

Va bene la difesa della Costituzione, ma se magari la si studiasse pure, male non farebbe!

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