Ho aderito all’appello dei costituzionalisti per il No al referendum. L’ho fatto come studioso e appassionato del diritto costituzionale italiano e comparato. Ho deciso di schierarmi anche in questa veste per amore di verità rispetto alle diverse inesattezze tecniche pronunciate da alcuni promotori del Si.
Non è vero, infatti, che questa sia una riforma storica perché si limita, esclusivamente, ad un taglio lineare di deputati e senatori, senza incidere in alcun modo sui meccanismi decisionali della nostra democrazia e lasciando invariato l’intero assetto di rapporti tra gli organi costituzionali. Non cambia il bicameralismo paritario, non muta la “doppia fiducia” delle Camere verso il Governo, non si snellisce il procedimento legislativo, non viene contenuto l’abuso della decretazione d’urgenza, della questione di fiducia e dei maxiemendamenti, non si rafforzano i poteri di controllo del Parlamento verso il Governo e i poteri d’intervento nel processo legislativo del Governo, non si riscrivono le competenze tra Stato e regioni, non viene introdotto lo stato d’emergenza, solo per fare alcuni esempi. Tutti aspetti di cui si discute da almeno quaranta anni e che, purtroppo, non hanno mai prodotto risultati concreti.
Nell’ambito degli svariati tentativi di riforma costituzionale falliti, dalla Commissione Bozzi del 1983 fino ad oggi, sono state certamente previste riduzioni della composizione delle Camere e in taluni casi anche una diversa modalità di elezione di ciascuna di esse proprio per accrescere il differente ruolo assegnato ad un ramo rispetto ad un altro. Ma mai si è parlato di tagliare la rappresentanza parlamentare sic et simpliciter, senza un disegno più o meno organico di revisione dell’assetto istituzionale in vigore.
Pertanto, quando ho letto che era stata scomodata per esigenze di propaganda addirittura la memoria di una delle migliori Presidenti d’assemblea parlamentare della nostra storia, l’on. Nilde Iotti, ho pensato che si stesse passando il segno, perché, come è di tutta evidenza a chi abbia almeno sfogliato un resoconto parlamentare ovvero un testo di storia costituzionale italiana, mai la Iotti ha ipotizzato un taglio dei parlamentari svincolato da altre riforme complessive del sistema. Ed è doveroso precisarlo per amore di verità costituzionale.
La campagna referendaria avrà il proprio svolgimento e il proprio esito, e legittimamente ognuno produrrà i propri argomenti a favore o contro la riforma proposta. Ma i cittadini hanno il diritto di conoscere con esattezza su cosa dovranno pronunciarsi il 20 e 21 settembre: il taglio di deputati e senatori. Stop. I presunti correttivi, legge elettorale e regolamenti parlamentari verranno dopo quel voto, e non è detto che risolvano i problemi di rappresentatività politica territoriale che l’eventuale riduzione comporterà. Tutto per realizzare un risparmio di 0,96 centesimi di euro all’anno per cittadino. Meno di un caffè. La democrazia può valere meno di un caffè? Agli elettori l’ardua sentenza.
Per queste motivazioni, anche da studioso e appassionato della materia, voterò convintamente No al referendum.