Governo e Magistratura – Da che parte stare

 

 

di Claudio Stefano Tani

 

La  giurisprudenza si adegua sempre a fatica ai capovolgimenti dei principi fondamentali, tende spontaneamente a continuare ad ispirarsi all’ideologia del periodo precedente, anche se questa è già negata dal nuovo sistema nel momento in cui le sentenze sono emesse. Non è possibile attribuire in assoluto una decisione all’orientamento ideologico di un singolo magistrato, ovvero ai magistrati di una certa sede giudiziaria. Alcune decisioni si presentano come sintomi di transizione verso il nuovo ordinamento. Questo avviene perché nessuna ideologia muore senza lasciare residui e quella nuova non si afferma all’improvviso su una tabula rasa.

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Lo storico discorso di George Mason contro la rieleggibilità del Presidente degli Stati Uniti

di Piero Cecchinato

George Mason partecipò alla Convenzione di Filadelfia del 1787 come rappresentante della Virginia e fu uno dei tre delegati che si rifiutarono di firmare la Costituzione. Molte clausole furono il frutto del suo contributo, ma, alla fine, Mason decise di non sottoscrivere la versione finale della Carta.

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Grossraum Europa, o dell’‘irresponsabile’ egemonia tedesca

di Andrea Guazzarotti[*]

L’anomalia tedesca è l’anomalia dell’UE: una Nazione cui era interdetto, dopo la disfatta del Terzo Reich, il perseguimento della propria prosperità attraverso la forza dello Stato, e che sceglieva, pertanto, di basare quella prosperità sull’economia e derubricare lo Stato a mero apparato servente.

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Riflessioni sulla legalità (e sull’Europa)

di Glauco Nori

La soluzione dei problemi sociali, che la politica si trova ad affrontare, resta condizionata dai principi, non sempre definibili come generali, che in quel momento sono seguiti dalla parte prevalente. Le proposte sono naturalmente diverse, spesso confliggenti; per valutarne la coerenza, che dovrebbe essere la prima qualità di ciascuna, andrebbe dimostrata la idoneità di quanto si propone a risolvere il problema che ci si affronta.

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Educazione europea: quale Costituzione stiamo difendendo?

di Claudio Stefano Tani

     1 –  Janek –  Siamo alla fine del 1942 con un gruppo di resistenti polacchi; si attendono notizie sull’esito della battaglia di Stalingrado e la capitolazione dell’esercito hitleriano. Il quindicenne Janek aveva aperto il grosso volume di diritto costituzionale dell’amico Tadek Chmura alla pagina che riportava la Dichiarazione dei diritti dell’uomo – Rivoluzione Francese del 1789, richiudendola “con un sorrisetto canzonatorio”.

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Toghe rosse: ignoranza e tracotanza, gli emuli di Trump


di Roberto Bin

Che il Presidente del Consiglio (Meloni), un Vice Presidente (Salvini), e “autorevoli” senatori (Gasparri, Speranzon) e deputati (Donzelli) di maggioranza possano attaccare le “toghe rosse” e i “magistrati comunisti” che fanno “opposizione giudiziaria” al Governo (Crosetto) è una cosa scandalosa di per sé. Sembra che si sia importato in Italia un modo di “esternare” il proprio pensiero politico che emula la dissennata campagna elettorale di Donald Trump. Ci sarebbe una sola parola per qualificare questi eccessi del linguaggio politico in bocca di chi ricopre ruoli istituzionali: vergogna!

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Autonomia differenziata. Il punto di vista di una modesta esperienza diretta

di Claudio Stefano Tani 

Il decennio 1970/1980 si era aperto con la strage di Piazza Fontana e gli echi della bomba (morte di Pinelli, Calabresi e la strage alla Questura di Milano) e chiuso con la strage di Bologna; nel mezzo l’Italicus, via Fani e l’assassinio di Aldo Moro, di Guido Rossa e Walter Tobagi. In questo drammatico clima politico venivano approvati lo Statuto dei lavoratori, il divorzio, il diritto all’aborto, la riforma sanitaria e si avviava l’attuazione dell’art.115 della Costituzione.  Questo il contesto alla nascita e alle prime esperienze delle Regioni a statuto ordinario, che smentirono scetticismo di molti.

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La compassionevole paura della firma

di Stefano Claudio Tani

Il Ministro della Giustizia ha dimenticato la storia, tratta da un fatto di cronaca del cinquecento tedesco, narrata da Heinrich von Kleist. Michael Kohlhass, cavallaio, uomo retto, mite e benvoluto da tutti, “uno degli uomini più probi e insieme più terribili del proprio tempo”, aveva subito un sopruso che aveva acceso in lui una sete inestinguibile di giustizia, alla quale si era rivolto, percorrendone tutti gradi e le istanze, accompagnato dal favore del popolo, perché gli fossero restituiti, nelle stesse condizioni, i cavalli che un nobile prepotentemente gli aveva sequestrato.

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