I programmi dei partiti, obbligatori per legge, sono cosa diversa dagli slogan elettorali

di Roberto Bin

Pochi lo sanno, ma una delle novità della nuova legge elettorale (il c.d. Rosatellum) è che ogni partito o coalizione è tenuto a depositare, assieme allo Statuto della formazione politica e alla lista dei candidati, anche l’indicazione del “capo politico” e il programma elettorale. Il tutto dev’essere pubblicato entro oggi, 31 gennaio, nel sito “Elezioni trasparenti” del Ministero dell’interno.

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Ma serve a qualcosa andare a votare?

di Roberto Bin
La domanda è frequente e la risposta spesso è negativa. Le ragioni di scetticismo sono essenzialmente due, di natura molto diversa: non serve perché le decisioni che contano non le prende più l’Italia e i suoi organi politici; non serve perché intanto i politici e i partiti sono tutti eguali.

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Giustizia e tutela della salute: il caso del bambino autistico e “metodo ABA”

di Patrizio Ivo D’Andrea

Non è agevole per il giudice ordinario misurarsi con le azioni giudiziarie con cui una singola persona richieda in via immediata la tutela del diritto alla salute, sotto forma di rivendicazione della libertà di cura e/o di erogazione di trattamenti terapeutici a carico dello Stato.

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UNIONE EUROPEA
Google, il diritto all’oblio e la tutela al di fuori dei confini europei

di Ilenia Alagna *

Il diritto all’oblio, ovvero il diritto di un individuo a non essere più ricordato per fatti che in passato sono stati oggetto di cronaca, è anche l’esigenza al proprio anonimato, ove l’interesse pubblico alla conoscenza di un fatto ricompreso nello spazio temporale necessario ad informarne la collettività, si affievolisce fino a scomparire. 

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I corvi
della democrazia

di Giovanni De Plato

Peccato che non abbia avuto il dovuto risalto la importante decisione della Procura generale di Bologna di riaprire le indagini sulla strage alla stazione ferroviaria del 2 agosto di trentotto anni fa, come da richiesta dei familiari delle vittime. Come non ha avuto il giusto rilievo la riapertura delle indagini da parte della procura di Palermo sul delitto del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella avvenuto sempre nel 1980. Le procure ordinarie di Bologna e di Palermo avevano già deciso di archiviare, ritenendo accertata la verità e condannate le responsabilità. E i mandanti?

Si deve alla competenza, all’esperienza e al senso del dovere di  Ignazio De Francisci, magistrato della procura di Bologna, e di Francesco Lo Voi procuratore di Palermo se i misteri dell’Italia repubblicana non sono stati occultati definitivamente. La verità sulle stragi (chi sono gli effettivi mandanti e quali erano le loro finalità) è ancora tutta da indagare e di certo non ci si può accontentare di verità parziali o incomplete, emerse dai diversi gradi dei processi finora celebrati. La riapertura delle indagini a Bologna e a Palermo riaccende finalmente i riflettori su quella rete, complessa e mai svelata, fatta di organizzazioni eversive, di mafie, servizi deviati, società segrete, logge, venerabili e conti in banche svizzere.

La riservatezza delle nuove indagini non lascia trapelare informazioni sui tanti fili eversivi, finora ignorati, che legano la strage di Bologna al delitto Mattarella. E la verità sulle altre stragi, piazza Fontana 1969, piazza della loggia Brescia e treno Italicus 1974? Si ha l’impressione che finora le indagini abbiano considerato ogni eccidio come un fatto a sé, non valutando se fossero dei tasselli che  formano una possibile trama della strategia eversiva che ha funestato per lunghi decenni la repubblica italiana. Strategia che cercò di colpire a morte lo Stato democratico con la strage di Via Fani e il rapimento di Aldo Moro marzo 1978 seguito dall’uccisione dello statista da parte delle Brigate rosse nel maggio dello stesso anno. Il teorema dello stragismo degli opposti estremismi (sinistra e destra eversive) e dello stragismo di Stato (servizi segreti e deviati) si sono dimostrati nei fatti una chiave che non ha permesso di arrivare alla verità. Di questa drammatica realtà che attanaglia ancora l’Italia di oggi (come si spiega il caso Consip?) non c’è traccia nei programmi e nei dibattiti tra i partiti in vista delle prossime elezioni politiche. Le forze della destra non amano trattare le responsabilità impunite o aprire i propri armadi. E quelle di sinistra non sanno come affrontare gli attacchi alla democrazia e fare della ricerca della verità una priorità del loro programma di governo. Siamo circondati e minacciati da neri corvi, come nel film  del 1963 “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock.

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Elezioni 2018 e candidati. Avete voluto il “leader”? Allora non piangete se fa lui le liste

di Antonio D’Andrea

Quando si inneggia al “partito del leader” o più precisamente al “capo della forza politica”, imponendo con un’esplicita disposizione legislativa la sua obbligatoria individuazione, e quando si sostiene che sia bene che chi comanda il partito (o movimento politico) si proponga al corpo elettorale come candidato premier in occasione delle elezioni politiche, si resta inevitabilmente imprigionati dentro una cultura istituzionale radicatasi da tempo nel nostro Paese (e nello stesso ordinamento giuridico) non uscita sconfitta con il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.

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I vaccini tra Costituzione e propaganda elettorale. La lezione di Pinocchio

di Roberto Bin

È uscita finalmente la sentenza (n. 5 del 2018) che spiega perché già il 22 novembre dell’anno scorso la Corte costituzionale abbia deciso di rigettare il ricorso della Regione Veneto contro il decreto-legge sull’obbligatorietà dei vaccini. È una motivazione (redatta dal giudice Cartabia) molto attenta e articolata, che ripercorre tutta la storia della legislazione italiana (e non solo) relativa alla vaccinazione obbligatoria. Merita di essere letta, anche se sicuramente non è una lettura agevole, data la sua complessità.

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La parola “razza” e la Costituzione

di Girolamo De Michele

Nei giorni scorsi, al Liceo Ariosto di Ferrara dove insegna, il professor Girolamo De Michele ha svolto questa lezione di Cittadinanza e Costituzione, sul perché la parola “razza” è presente nella nostra Costituzione. Pubblichiamo il testo di questa lezione che è apparso anche su estense.com.

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