Il “grand debat national”: un’altra occasione per riflettere sulla democrazia deliberativa

di Martina Trettel

Il grand debat national, il principale strumento elaborato dal governo francese per rispondere al movimento di protesta avviato dai “gilet gialli” è oggetto di grande interesse, non solo per l’attualità degli accadimenti, ma anche per il profilo “deliberativo” che lo contraddistingue.

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Il dilemma del referendum nel Regno Unito: uno strumento adeguato per uscire dall’impasse della Brexit?

di Sara Parolari

Il Regno Unito sta vivendo un momento storico senza precedenti, una situazione di caos totale dagli sviluppi imprevedibili, che trova il suo fondamento in una crisi politica difficilmente risolvibile e che ha preso le mosse da un referendum – quello sulla Brexit del 23 giugno 2016 – dall’esito totalmente dirompente, al di là di ogni previsione. 

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Il voto in Giunta sull’autorizzazione a procedere e la “partecipazione” dei militanti

di Giovanni Di Cosimo

L’iniziativa dei vertici 5stelle di interpellare la propria base in merito alla vicenda Diciotti non è concettualmente diversa dalle consultazioni svolte in passato dalle forze politiche sui più svariati temi. Di tanto in tanto i dirigenti dei partiti, quando ritengono che la questione sia di particolare rilievo, e sono profondamente divisi sul da farsi, cercano una sponda verso i militanti.

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La “secessione dei ricchi” è una fake news

di Roberto Bin

Il libro di Gianfranco Viesti, Verso la secessione dei ricchi? (liberamente scaricabile grazie a Laterza) ha un pregio e un difetto. Il pregio è di stimolare l’attenzione e il dibattito attorno al tema delle autonomie e delle istituzioni. Il difetto è di creare un allarme che va molto oltre il ragionevole. Sembra che ci si trovi davanti a una svolta nella storia della Repubblica, forse irreversibile, a una lacerazione dell’unità nazionale che lascerà il Sud sprofondare… Merita quindi mettere in chiaro alcuni punti, per evitare che il dibattito scivoli nella denuncia e nell’accusa.

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Ancora caso Diciotti: ma qualcuno ha letto ciò che ha scritto il Tribunale dei ministri?

di Roberto Bin

Capisco, leggere le 50 pagine (per altro ben scritte) inviate al Senato dal Tribunale dei ministri di Catania porta via tempo, più o meno quello che servirebbe a scrivere 500 tweet o anche più. Per cui si sono sentiti e letti interventi, provenienti anche da fonti autorevoli e “tecniche”, che vagano sulle nuvole del preteso abuso dei poteri giudiziari da parte di giudici che pretenderebbero di estendere i loro poteri giudicando degli atti politici del Governo. Ma è davvero così? Neppure un po’.

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L’ignoranza di Sgarbi e la Corte costituzionale

di Edmund Burke

Forse sarà un abile storico dell’arte, ma di diritto costituzionale non capisce proprio niente. Intervenendo a Piazzapulita di qualche giorno fa (lo si può risentire su You tube) è riuscito a infilare una serie di perle di notevole dimensione. Ce l’aveva con la Corte costituzionale.

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Chi e come può difendere il ruolo del Parlamento? Una decisione della Corte costituzionale su cui riflettere

di Giovanni Di Cosimo

È passato un mese da quando la Corte costituzionale ha giudicato inammissibile il ricorso dei senatori del Pd relativo alla controversa approvazione della legge di bilancio 2019. Della vicenda e del ricorso per conflitto di attribuzione fra i poteri dello Stato abbiamo ripetutamente parlato in questo giornale. Ora la Corte ha depositato il testo della decisione (ord. 17/2019 dell’8 febbraio 2019) e dunque conosciamo nel dettaglio il suo ragionamento che era stato solo accennato nel comunicato stampa del 10 gennaio.

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L’atto politico è sempre insindacabile?

di Salvatore Curreri

L’atto politico è sempre e comunque per sua natura insindacabile? Questo è il nocciolo della questione. Chi risponde affermativamente a tale interrogativo, comprensibilmente guidato dalla preoccupazione di affermare la prevalenza delle ragioni della politica sulla magistratura, si espone però

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La sindacabilità giudiziaria dell’atto politico. Un’aberrazione costituzionale

di Ginevra Cerrina Feroni

Entra nel vivo la questione dell’autorizzazione a procedere, richiesta dal Tribunale dei Ministri di Catania, nei confronti del Ministro dell’Interno Salvini sul caso Diciotti. Il reato contestato, sequestro di persona aggravato (si rischia dai 3 ai 15 anni di reclusione), è quantomeno dubbio. Soprattutto incongruo. Ma non è questo il tema.

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Il mancato svolgimento della relazione all’Aula: il progressivo indebolimento dell’istituzione parlamentare

di Gianluca De Filio

Nella giornata del 5 febbraio si sono verificati due identici episodi nel corso delle rispettive sedute della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica che, a prima vista, possono apparire formali e secondari, ma che in realtà possono costituire l’ennesimo segnale di una tendenza che di giorno in giorno appare sempre più forte.

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