di Giorgio Trivi
Chi è l’oriundo italiano? Un profittatore che infesta, con le sue richieste di acquisto della cittadinanza, consolati, uffici e tribunali a danno della notoria efficienza e speditezza burocratica nazionale?
di Giorgio Trivi
Chi è l’oriundo italiano? Un profittatore che infesta, con le sue richieste di acquisto della cittadinanza, consolati, uffici e tribunali a danno della notoria efficienza e speditezza burocratica nazionale?
di Maralice Cunha Verciano
Si discute molto, di questi tempi, del tema del riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis agli oriundi figli di emigrati italiani.
di Claudio Stefano Tani
La giurisprudenza si adegua sempre a fatica ai capovolgimenti dei principi fondamentali, tende spontaneamente a continuare ad ispirarsi all’ideologia del periodo precedente, anche se questa è già negata dal nuovo sistema nel momento in cui le sentenze sono emesse. Non è possibile attribuire in assoluto una decisione all’orientamento ideologico di un singolo magistrato, ovvero ai magistrati di una certa sede giudiziaria. Alcune decisioni si presentano come sintomi di transizione verso il nuovo ordinamento. Questo avviene perché nessuna ideologia muore senza lasciare residui e quella nuova non si afferma all’improvviso su una tabula rasa.
di Luciana Cardelli
In questi giorni, è stato reso noto il parere istruttorio della Commissione per il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale dell’impianto ex Ilva di Taranto, in risposta all’istanza presentata da Acciaierie d’Italia S.p.A., oggi Acciaierie d’Italia S.p.A. in Amministrazione Straordinaria.
di Vittorio Raeli*
Con la risoluzione approvata nella adunanza del 15-16 aprile, con la sola astensione di due componenti, il Consiglio di Presidenza della Corte dei conti, ha segnalato le “criticità” del ddl A.S. 1457, recante “Modifiche alla Legge 14 gennaio 1994 n. 20 e altre disposizioni nonché delega al Governo in materia di funzioni della Corte dei conti e di responsabilità amministrativa e per danno erariale”, risultante dal testo approvato il 9 aprile dalla Camera dei deputati ( A.C. 1621) e ancora non calendarizzato al Senato.
di Andrea Guazzarotti
Il Rearm Europe, poi ribattezzato «Readiness-2030» su spinta di Italia e Spagna, è il piano con cui la Commissione punta a mobilitare ben 800 miliardi di euro, attraverso due canali principali:
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