L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha messo a dura prova la Costituzione Repubblicana. In questi mesi, infatti, non sono mancati attacchi ad essa. E’ arrivato il momento di svelare la verità: la Costituzione si è rivelata uno strumento prezioso per affrontare la pandemia.
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La pandemia, i DPCM e il giudice “untorello” (breve nota a Trib. Roma, sez. VI, ord. 16 dicembre 2020)
A leggere il provvedimento del Tribunale di Roma che qui si commenta, viene alla mente l’immagine gianniniana (tratta dal Discorso generale sulla giustizia amministrativa del 1963) del giudice ordinario come «untorello acculato in un vicolo» di fonte al potere dell’amministrazione nel post legge abolitrice del contenzioso del 1865.
Regionalismo: la differenziazione indotta dalla pandemia. Una proposta di discussione
di Gianclaudio Bressa, Gianmario Demuro, Ivo Rossi
La suddivisione della penisola in base alla circolazione del virus e alla diversa capacità di risposta dei sistemi sanitari regionali, pur con i limiti che rimandano alla omogeneità e attendibilità dei dati e al netto delle polemiche politiche, introduce una differenziazione territoriale e una salutare responsabilizzazione dei soggetti chiamati a fornire le risposte necessarie a combattere il Covid-19.
L’inverno del nostro scontento
Il romanzo di Steinbeck, che prende a titolo il verso iniziale del Riccardo III di Shakespeare, narra del discendente di una famiglia di balenieri, che perde ricchezza e prestigio sociale a causa della “crisi del settore”. E’ una vicenda allegorica che mi viene in mente in questi giorni, di fronte alla stretta anticovid voluta dal Governo.
Poteri ai sindaci…? Sì, ma quali…?
L’ennesimo d.p.c.m., approvato lo scorso 18 ottobre a fronte della impennata dei contagi dovuta alla recrudescenza pandemica, riaccende il conflitto (mai sopito, v. la recente vicenda della chiusura delle scuole in Campania) Stato-enti territoriali sulle competenze in materia.
Il Covid-19 tra art. 15 CEDU e precauzione epidemiologica
L’Osservatorio sulla Legalità Costituzionale, istituito presso il Comitato Popolare per la difesa dei beni pubblici e comuni Stefano Rodotà, ha notificato, in settembre, un “esposto” al Consiglio d’Europa, nella persona del Segretario Generale, denunciando la violazione dell’art. 15 CEDU da parte dell’Italia, con la contestuale richiesta di provvedimenti di vigilanza ed eventuale trasmissione degli atti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Covid 19 e autonomia sportiva: cronaca di una morte annunciata?
Nonostante la Lega di Serie A avesse ribadito che Juventus-Napoli potesse disputarsi regolarmente pur a fronte di due casi di positività al coronavirus registrati nelle ultime ore tra le fila dei campani, il club partenopeo non si è presentato a Torino, invocando un provvedimento dell’Asl di Napoli che ne avrebbe bloccato il viaggio.
Se la natura entra in politica
Il mondo si interroga su che cosa si possa imparare dalla pandemia del Covid-19 e spesso si sente ripetere che “nulla sarà come prima”. Spunti, documenti e ricerche utili a tracciare itinerari di “discontinuità” rispetto al passato non mancano.
Stato di diritto e stato d’emergenza: il caso della Regione Autonoma della Sardegna
Recovery Fund: dietro i sussidi il commissariamento?
di Marco Dani e Agustín José Menéndez
Non sarà il “momento Hamilton” a cui tanti sembrano anelare, ma la novità c’è tutta: con la Recovery and Resilience Facility (RRF) decisa dal Consiglio europeo per la prima volta si affaccia all’orizzonte la prospettiva tangibile di un consistente indebitamento condiviso da parte dell’Unione europea.
Profumo di “feudalesimo”: la libertà dopo il coronavirus (ispirato ad una storia e più storie vere)
Dopo i terribili mesi del confinamento, siamo tornati a vivere in una parvenza di normalità. Ma solo di parvenza, appunto, si tratta perché la nostra libertà si trova a doversi districare in un caos normativo, del tutto ingovernato.
Debito è asservimento – La catastrofe come orizzonte
Negli anni settanta del secolo scorso le grandi banche (Citibank e Chase) mandavano i loro agenti in giro per il Terzo mondo a convincere i dittatori locali a chiedere prestiti (il go-go banking), con tassi di interesse bassissimi, ma che si impennarono rapidamente (oltre il 20%) a causa delle dure politiche monetarie americane degli anni ottanta: