di Salvatore Curreri
Hanno senz’altro ragione Roberto Bin e Gabriele Maestri quando imputano l’attuale situazione in cui versano i radicali – unica forza politica che, pur volendolo, non può di fatto coalizzarsi – rispettivamente ora alla poca chiarezza del dettato legislativo, ora agli effetti discriminatori dell’esenzione dalla raccolta delle firme per i partiti costituiti in gruppi parlamentari (magari all’ultimo minuto, come accaduto al Senato dove il 21 dicembre il gruppo Grandi Autonomie e Libertà, modificando per la sedicesima volta la sua denominazione, ha aggiunto la dicitura Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro, così da esentare l’Udc dalla sottoscrizione delle firme).