C’è un filo rosso che lega, sotto il profilo costituzionale, due fra le principali notizie riportate dai quotidiani oggi.
autorizzazione a procedere
Il caso Gregoretti e le sue complesse implicazioni politico-regolamentari
Nel gioco delle parti sviluppatosi in questi giorni sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex Ministro dell’interno Salvini è forse utile, corrispondendo alle finalità di questa testata, fare un po’ di chiarezza, ricostruendo in ordine cronologico gli accadimenti così da poter poi svolgere qualche considerazione di merito.
Il voto in Giunta sull’autorizzazione a procedere e la “partecipazione” dei militanti
L’iniziativa dei vertici 5stelle di interpellare la propria base in merito alla vicenda Diciotti non è concettualmente diversa dalle consultazioni svolte in passato dalle forze politiche sui più svariati temi. Di tanto in tanto i dirigenti dei partiti, quando ritengono che la questione sia di particolare rilievo, e sono profondamente divisi sul da farsi, cercano una sponda verso i militanti.
Ancora caso Diciotti: ma qualcuno ha letto ciò che ha scritto il Tribunale dei ministri?
Capisco, leggere le 50 pagine (per altro ben scritte) inviate al Senato dal Tribunale dei ministri di Catania porta via tempo, più o meno quello che servirebbe a scrivere 500 tweet o anche più. Per cui si sono sentiti e letti interventi, provenienti anche da fonti autorevoli e “tecniche”, che vagano sulle nuvole del preteso abuso dei poteri giudiziari da parte di giudici che pretenderebbero di estendere i loro poteri giudicando degli atti politici del Governo. Ma è davvero così? Neppure un po’.
La sindacabilità giudiziaria dell’atto politico. Un’aberrazione costituzionale
Entra nel vivo la questione dell’autorizzazione a procedere, richiesta dal Tribunale dei Ministri di Catania, nei confronti del Ministro dell’Interno Salvini sul caso Diciotti. Il reato contestato, sequestro di persona aggravato (si rischia dai 3 ai 15 anni di reclusione), è quantomeno dubbio. Soprattutto incongruo. Ma non è questo il tema.
Processare Salvini equivale a processare il Governo? Gli equivoci e gli inganni dietro cui si nascondono i nostri politici. Con una Postilla
Si è creata una dolosa confusione attorno alla richiesta del tribunale dei ministri di Catania di processare Salvini per il “caso Diciotti” (su cui questo giornale è intervenuto più volte, con articoli di Bailo, Morelli, Bin). Quello che l’interessato, i politici e la “stampa di regime” continua a ripetere è che i giudici pretendono di giudicare della politica del Governo relativa all’immigrazione. Ma questo è semplicemente falso.