Le asimmetrie tra Camera e Senato non rappresentano certo una novità. Chi segue le vicende politico-istituzionali sa bene che, purtroppo, Camera e Senato tendono assai spesso a seguire strade diverse…
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Ricalcolo dei vitalizi e autodichia: anche i parlamentari hanno diritto ad un giudice
Il tema degli assegni vitalizi previsti in favore degli ex parlamentari fa sempre discutere. L’ultima diatriba in ordine di tempo è sorta per via di un articolo, pubblicato su Il Fatto quotidiano del 30 gennaio scorso, nel quale si anticipa l’esito della decisione che la Commissione contenziosa del Senato assumerà in ordine al ricorso presentato da oltre 700 ex senatori avverso il taglio dei trattamenti in essere, avviato a decorrere dal 1° gennaio dello scorso anno.
Ancora sull’assegnazione del seggio vacante in Sicilia: la nuova categoria del «ripescaggio normativo»
Ho letto con interesse l’articolo del Professore Curreri pubblicato lo scorso 25 luglio ; ne condivido l’analisi, le argomentazioni e le conclusioni, rispetto alle quali, analisi, argomentazioni e conclusioni, vorrei offrire una chiave di lettura ulteriore e parallela, non alternativa, della medesima fattispecie.
L’assegnazione del seggio vacante in Sicilia: uno schiaffo alla “base regionale” del Senato
Lo scorso 26 giugno la Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato, con delibera approvata a strettissima maggioranza (12 voti contro 10), ha proposto all’Aula di aggiudicare il seggio non assegnato in Sicilia alla lista del MoVimento 5 Stelle per mancanza di candidati ad un candidato della medesima lista eletto in altra circoscrizione regionale (v. doc. XVI, n. 2 del 23 luglio).
Il mancato svolgimento della relazione all’Aula: il progressivo indebolimento dell’istituzione parlamentare
di Gianluca De Filio
Nella giornata del 5 febbraio si sono verificati due identici episodi nel corso delle rispettive sedute della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica che, a prima vista, possono apparire formali e secondari, ma che in realtà possono costituire l’ennesimo segnale di una tendenza che di giorno in giorno appare sempre più forte.
Processare Salvini equivale a processare il Governo? Gli equivoci e gli inganni dietro cui si nascondono i nostri politici. Con una Postilla

Si è creata una dolosa confusione attorno alla richiesta del tribunale dei ministri di Catania di processare Salvini per il “caso Diciotti” (su cui questo giornale è intervenuto più volte, con articoli di Bailo, Morelli, Bin). Quello che l’interessato, i politici e la “stampa di regime” continua a ripetere è che i giudici pretendono di giudicare della politica del Governo relativa all’immigrazione. Ma questo è semplicemente falso.
Alla Camera costituito, in deroga, il gruppo di Liberi e Uguali: una decisione legittima, imparziale, opportuna

Come previsto l’Ufficio di Presidenza della Camera, nella seduta del 9 aprile, ha autorizzato all’unanimità la costituzione in gruppo parlamentare autonomo dei 14 deputati di Liberi e Uguali, finora confluiti nel gruppo misto.(http://www.lacostituzione.info/index.php/2018/04/07/spigolature-dai-nuovi-gruppi-parlamentari/).
Spigolature dai nuovi gruppi parlamentari

La costituzione dei gruppi parlamentari costituisce un passaggio essenziale per l’inizio delle attività delle camere. Non a caso, infatti, essa avviene subito dopo l’elezione del Presidente (entro due giorni dalla prima seduta alla Camera; entro tre al Senato: artt. 14.3 reg. Cam. e 14.2 reg. Sen.) perché è dalla loro composizione numerica – e quindi dai loro rapporti di forza nonché dalla loro collocazione politica – che dipende la successiva costituzione degli organi di cui ciascuna camera si compone: Presidenza, Commissioni, Giunte, Comitato per la legislazione.
La ruota della legge elettorale ha tre buchi nella gomma (come si temeva)

Adesso che il Ministero degli interni ha fornito i dati dei seggi, possiamo a caldo fare alcune rapide osservazioni sul rendimento della nuova legge elettorale. Sono tre conferme di ciò che si temeva.
E adesso, pover’uomo? Forse una via c’è
di Roberto Bin
Consoliamoci, Johannes Pinneberg, il pover’uomo di Hans Fallada, era di fronte ad una situazione ben più drammatica di quella cui ci affacciamo oggi in Italia. Per fortuna questa settimana non c’è asta dei buoni del tesoro (la prossima è il 12 marzo), per qualche giorno ancora non avremmo chiara la reazione dei mercati e non sapremo di quanto salirà il fatidico spread. Forse per allora qualcosa si sarà chiarito?
Adelante Pedro… Cronoprogramma di inizio legislatura

Elezioni 2018: vincerà il secondo

di Antonio Ramenghi
La vignetta di Altan, quella dell’elettore al voto che inserendo la scheda nell’urna esclama: “Che perda il peggiore”, il 4 marzo sarà, in molti casi, ribaltata: a vincere uno scranno in Parlamento non sarà il più votato in quel seggio.
Il Rosatellum, la legge elettorale con cui si andrà a votare, non solo non consente di esprimere le nostre preferenze per questo o quel candidato, non solo non consente il voto disgiunto (voto un partito ma voto il candidato di un’altra lista), ma grazie alle pluricandidature farà sì che in molti collegi plurinominali non venga eletto il candidato capolista, ma il secondo nell’ordine (poco male, in fondo, visto che – appunto – non ci sono le preferenze).
Il gioco delle pluricandidature del Rosatellum, che per certi versi assomiglia al tanto e giustamente vituperato Porcellum, ha un doppio effetto: aver messo nelle mani delle segreterie dei partiti la quasi totale futura rappresentanza parlamentare e, secondo, aver tolto ai tanto declamati “territori” la possibilità di mandare in Parlamento candidati della propria terra, che conoscono la realtà locale, i suoi bisogni, le sue speranze, e che sono conosciuti (nel bene e nel male) dalla platea degli elettori del collegio.
Il primo effetto come si è visto ha provocato estenuanti trattative nelle segreterie e nei vari vertici dei partiti, con strascichi polemici, rischio di fratture, addirittura, come nel caso di Silvio Berlusconi, la necessità di una pausa defatigante nella campagna elettorale servita al leader di Forza Italia per rimettersi dalle giornate e nottate di trattative. A complicare ulteriormente la partita delle candidature e pluricandidature è stata anche la formazione delle coalizioni nelle quali ciascun partito aveva diversi centravanti o attaccanti di sfondamento, o presunti tali, da difendere e da schierare in campo. E per tenere insieme le alleanze non sono stati tanto i punti programmatici, i programmi, a suscitare discussioni e divisioni, ma appunto la spartizione dei seggi in particolare quelli presunti “sicuri”.
Il risultato è un puzzle che vede amplificata al massimo la possibilità delle pluricandidature prevista dal Rosatellum che in realtà inizialmente dovevano essere tre e che poi sono state portate a cinque.