di Ines Bruno
Leggendo la sentenza di primo grado del caso climatico “Giudizio Universale”, una domanda sovviene spontanea: il Tribunale di Roma sa che cos’è l’emergenza climatica?
di Ines Bruno
Leggendo la sentenza di primo grado del caso climatico “Giudizio Universale”, una domanda sovviene spontanea: il Tribunale di Roma sa che cos’è l’emergenza climatica?
di Norberto Stavenato
Sono un docente di fisica e ho letto anch’io la sentenza del caso climatico “Giudizio Universale”. In una parola, si tratta di un documento antiscientifico e dai tratti argomentativi paradossalmente negazionistici.
di Roberta Calvano
Come era inevitabile, il problema del possibile impatto del voto degli italiani all’estero nella riforma del “premierato” ha suscitato un vivo dibattito.
di Giacomo Palombino
La prima causa climatica italiana, nota come “Giudizio universale”, si è conclusa, almeno in primo grado, con un nulla di fatto: il Tribunale civile di Roma ha deciso, con sentenza dello scorso 26 febbraio, che la domanda sia da considerarsi inammissibile «per difetto assoluto di giurisdizione» (si veda il commento di Cardelli). Pur evidenziando «la oggettiva complessità e gravità della emergenza a carattere planetario provocata dal cambiamento climatico antropogenico», il Tribunale ha ritenuto di non poter accertare la responsabilità civile dello Stato, ex art. 2043 c.c. e, in subordine, 2051 cc., dinanzi a una domanda «diretta ad ottenere dal Giudice una pronuncia di condanna dello Stato legislatore e del governo ad un facere in una materia tradizionalmente riservata alla “politica”», ovvero «diretta in concreto a chiedere, quale petitum sostanziale, al giudice un sindacato sulle modalità di esercizio delle potestà statali previste dalla Costituzione».
di Roberto Bin
Ormai tutto è chiaro e il gioco è scoperto. Presentando una proposta di revisione costituzionale che rasenta il ridicolo (come già ho sottolineato in un precedente commento), il Governo non ha l’obiettivo di modificare davvero la Costituzione, ma semplicemente di mostrare la propria efficienza e di mantenere gli impegni assunti con il programma elettorale. In vista del referendum.
di Alberto Randazzo
La contestazione, da parte di un gruppo di studenti, che ha impedito a Molinari di partecipare ad un dibattito che, insieme al Rettore Lorito, si sarebbe dovuto tenere all’Università Federico II di Napoli sul “Ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo conteso”, richiede una riflessione. È questo solo un ulteriore episodio di intolleranza che si verifica nel nostro Paese.
di Luciana Cardelli
La scorsa settimana è stata pubblicata la Sentenza del Tribunale civile di Roma sul contenzioso climatico “Giudizio Universale” (cfr. Il Tribunale civile di Roma boccia la prima causa contro lo Stato italiano per inazione climatica, dove si legge anche la sentenza). Dopo tre anni di udienze, il primo grado si chiude con una dichiarazione di inammissibilità per “difetto assoluto di giurisdizione”.
di Svea Teresa Costa
I senatori a vita sono tornati al centro del dibattito politico e, questa volta, potrebbero esserci le condizioni per una possibile abolizione di tali figure, prevista nel disegno di legge costituzionale n. S. 935, comunicato alla Presidenza del Senato il 15 novembre 2023, sul c.d. “premierato”. Infatti, se fino ad ora il ruolo di tali parlamentari è stato sporadicamente oggetto di analisi, adesso invece il dibattito pubblico in merito si è intensificato a seguito del rilievo che queste figure hanno assunto in Senato.
di Camilla Buzzacchi
Pubblichiamo il testo dell’Audizione del 4 marzo 2024 alla I Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati, in relazione al disegno di legge C. 1665 Governo, approvato dal Senato (c.d. ” ddl Calderoli”), “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, ringraziando l’A. di avercelo proposto.
di Ugo Adamo
L’avverbio di tempo nel titolo di questo nostro intervento nasce dalla facile constatazione che la discussione intorno al tema della completezza del plenum della Corte costituzionale non sia stata seriamente posta o comunque non lo sia più da tempo (tranne che su questo giornale con Pietro Faraguna).
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