Chi ha paura del popolo? Perché il PD dovrebbe promuovere il referendum sul taglio dei parlamentari. Un’opinione controcorrente

di Marco Antonio Simonelli*

Mentre pensavo a momenti storici simili al voto di martedì 8 ottobre, con il quale la Camera ha dato via libera alla modifica degli Articoli 56 e 57 della Costituzione, mi sono venuti in mente solo parlamenti codardi che si sono spogliati dei propri poteri in favore di dittatori e caudilli. Azzardare simili accostamenti sarebbe fuori luogo, ma la legge di revisione costituzionale appena licenziata è sicuramente un singolarissimo caso di automutilazione parlamentare.

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Gruppi in movimento

di Salvatore Curreri

Nelle seguenti tabelle sono riportati i dati relativi alla composizione dei gruppi parlamentari nonché alle loro variazioni in corso di legislatura. Visualizzando i commenti riportati nelle caselle, è possibile consultare informazioni aggiuntive (i.e. nomi dei parlamentari che si iscrivono in un gruppo diverso rispetto al precedente).

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Immigrazione: il quadro giuridico

di Glauco Nori

Ora che il tono del dibattito sembra che si stia attenuando, è forse il momento di domandarsi, se non è già tardi, quale sia la cornice giuridica nella quale la questione dell’immigrazione vada inserita. Anche se l’interpretazione, seguita di volta in volta, non sarà soddisfacente, riuscirà ugualmente utile affrontare un argomento sul quale sembra che non sia stata posta la dovuta attenzione.

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Ancora sulla democrazia all’interno del MoVimento 5 Stelle: il caso De Falco

di Salvatore Curreri

È noto che quello della democrazia all’interno dei partiti è problema tuttora aperto e cruciale per il nostro ordinamento democratico, per la ovvia – ma essenziale e perdurante – ragione per cui “se non vi è una base di democrazia interna, i partiti non potrebbero trasfondere un indirizzo democratico nell’ambito della vita politica del Paese” (Aldo Moro).

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Sul taglio dei parlamentari

di Omar Chessa

La prima deliberazione parlamentare è intervenuta, stabilendo che i deputati diventeranno 400 e i senatori 200. La riforma sembra, perciò, andare avanti. E col consenso degli italiani. Direi che va avanti proprio perché gli italiani la desiderano, visto che i parlamentari, che pure la stanno approvando, l’apprezzano molto meno, se non per nulla.

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