È una notizia che non può passare inosservata (e che si può leggere sul Messaggero veneto).
Attualità
In attesa della nuova, ecco la storia
delle leggi elettorali in Italia
Come si è votato in passato in Italia, con quale sistema, con quali regole? Come sono cambiati nel tempo? A queste domande risponde il dossier realizzato dalla Camera e dal Senato. Il dibattito sulla futura legge elettorale, in attesa delle decisioni della Consulta, fa spesso riferimento a modelli utilizzati nel passato, con le varie correzioni. E’ utile conoscerli.
Uber contro taxi: 0 a 0
e palla allo Stato
di Edoardo Caruso
Con la sentenza n. 265 del 2016, depositata il 15 dicembre, la Corte Costituzionale è intervenuta sulla nota questione che vede contrapposti taxi e NCC, da un lato, e la piattaforma informatica Uber, dall’altro.
TRIBUNALI CORAGGIOSI
Una sentenza che dà speranza
ai malari di epatite C
Va segnalata, e sottolineata con un applauso, l’ordinanza del Tribunale di Roma – Sezione del riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale, che ha annullato il provvedimento di sequestro di medicinali importati da un privato per uso personale.
Ritorno alla prima Repubblica
di Giovanni Di Cosimo
Secondo alcuni commentatori il risultato del referendum del 4 dicembre ci riporta alla prima, vituperata, Repubblica.
In realtà, dal punto di vista costituzionale la distinzione fra prima e seconda Repubblica è poco rigorosa perché non è cambiata la forma di governo, che è pur sempre parlamentare.
Nostalgia per il Mattarellum…
ma che cosa era e come funzionava?
di Roberto Bin
Quando fu approvato mi ero convinto che fosse la legge elettorale più brutta del mondo. Quanta ingenuità! Poi venne la legge elettorale per le regioni (il c.d. Tatarellum), ben più brutta ancora: e per finire arrivò il Porcellum, che battè tutti e detiene saldamente il record.
Governo non eletto dal popolo
ma il Capo dello Stato
non è libero di nominare chi vuole
di Alessandro Morelli
Nelle arene dei social, tanto per cambiare, è scontro aperto. Questa volta a fronteggiarsi sono, da un lato, i sostenitori del “Governo eletto dal popolo” e, dall’altro, coloro che, Costituzione alla mano, ricordano che, in Italia, è il Capo dello Stato a nominare il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di quest’ultimo, i ministri.
I quesiti dei referendum
e il giudizio di ammissibilità della Corte
di Roberto Bin
L’11 gennaio 2017 la Corte costituzionale sarà impegnata, come quasi ogni anno di questi tempi, a valutare l’ammissibilità dei quesiti referendari. Infatti la legge cost. 1/1953 ha affidato alla Corte questo ingrato compito, e l’art. 33 della legge 352/1970, che disciplina i referendum, impone alla Corte di fissare entro il 20 gennaio la Camera di consiglio per discutere e poi di pubblicare la sentenza entro il 10 febbraio.
Sul testamento biologico è scontro
tra Stato e Regioni.
Il Titolo V fa male alla salute?
di Carlo Magnani
Casi di sincronia e coincidenza istituzionale da leggere come auspicio positivo? Stefano Rossi segnalava su questo giornale il passo in avanti compiuto, in Commissione Affari sociali della Camera, dal disegno sul testamento biologico e come l’intervento del legislatore si renda necessario anche in virtù della recentissima sentenza della Corte costituzionale n. 262 del 14 dicembre 2016. Diamo un breve sguardo alla decisione.
Consenso informato
e autodeterminazione dei pazienti
nei trattamenti sanitari
di Stefano Rossi
Chiusa la fase referendaria si può ragionevolmente dubitare che qualcuno vorrà nuovamente mettere mano al tema delle riforme istituzionali, divenuto – come il libro perduto di Aristotele de “Il nome della Rosa” – un oggetto desiderato, ma al contempo avvelenato.
Zaia e Maroni:
ai referendum “astrali”
“Noi con le schede siamo pronti, da marzo ogni giorno sarà buono” per il referendum sull’autonomia del Veneto. Così il presidente Luca Zaia. E a ruota, sull’onda del successo del No, anche Roberto Maroni ha annunciato il referendum per l’autonomia della Lombardia.
La manovra economica lasciata a metà
di Chiara Bergonzini
La vittoria del NO al referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, seguita dalle (tanto repentine quanto non tecnicamente dovute) dimissioni del Governo Renzi il giorno successivo ha avuto, tra le altre, alcune conseguenze sulla decisione in merito alla manovra economica, che vale la pena segnalare, quantomeno a futura memoria.