È ancora consentito a un costituzionalista di esprimere il suo pensiero su fatti ed espressioni della Politica?  

di Luigi Ventura

L’interrogativo del titolo può essere inteso come retorico, ovvero provocatorio. Non è il caso qui di nessuna delle due ipotesi. È che se si scrive un libro, nessuno può ostacolare l’espressione del pensiero. Se, invece, trattasi di argomenti che non meritano lo sforzo massimo, si deve trovare un sito o una rivista ospitante.

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Debito pubblico ed equità tra generazioni

di Glauco Nori

Il debito dello Stato si è mantenuto in limiti, ritenuti fisiologici, fino all’inizio degli anni ’80; poi è andato aumentando (solo in pochissime occasioni è diminuito, sempre in misura modesta) fino ad arrivare all’inizio del 2020 a più del 130% del PIL. Non si è stati in grado, o non si è voluto, utilizzare nemmeno la notevole riduzione degli oneri per interessi a seguito dell’entrata in vigore dell’euro.

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Scarrafonate: il problema è rettificare il resoconto o indignarsi per questo?

di Gabriele Maestri

I tormentoni non hanno quasi mai un padre o una madre. O, per lo meno, ce l’hanno, ma il nome di solito resta ignoto. Vale per chi programma per la prima volta una canzone destinata al successo, per chi conia una battuta fulminante al di fuori del circuito teatro-cinema-radio-tv (e anche lì spesso non si sa chi l’ha scritta davvero), per chi mette in circolo un meme efficace o anche un semplice screenshot memorabile.

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Debito è asservimento – La catastrofe come orizzonte

di Claudio Tani

Negli anni settanta del secolo scorso le grandi banche (Citibank e Chase) mandavano i loro agenti in giro per il Terzo mondo a convincere i dittatori locali a chiedere prestiti (il go-go banking), con tassi di interesse  bassissimi, ma che si impennarono rapidamente (oltre il 20%) a causa delle dure politiche monetarie americane degli anni ottanta:

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Società ed istituzioni dopo la pandemia: in dialogo con Edoardo Chiti

di Francesco Manganaro*

La discussione sollecitata da Edoardo Chiti prende spunto dal fatto che “la pandemia sia un fenomeno che avvia dei processi di trasformazione non transitori”. Il punto è se e quali effetti permanenti la vicenda attuale insegna al nostro stile di vita e, per quanto più interessa in questa sede, alle istituzioni pubbliche ed al suo diritto.

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Rispondendo a Chiti: i “nodi critici” dopo la Pandemia, verso un diritto amministrativo “sociale”?

di Dario Bevilacqua

Le risposte agli interessanti spunti problematici evidenziati da Edoardo Chiti non possono che portare ad altri quesiti, a nodi ancor più complessi e a ulteriori problemi. Le sfide che attendono il diritto amministrativo sono quindi ancora aperte e la strada da percorrere tutt’altro che semplice.

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