di Giovanni De Plato
Le parole dell’assessore alla sicurezza del comune di Bologna sulla questione dell’ordine e della legalità, sono davvero preoccupanti.
di Giovanni De Plato
Le parole dell’assessore alla sicurezza del comune di Bologna sulla questione dell’ordine e della legalità, sono davvero preoccupanti.
di Maria Vita De Giorgi*
Fa molto scalpore in questi giorni la sentenza della Cassazione n. 11504/2017 che si è pronunciata su un argomento di grande interesse per molti: l’ammontare dell’assegno di mantenimento dovuto al coniuge (di regola, la moglie) a seguito di divorzio.
di Simona Raffaele *
Il 4 maggio 2017, la Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge n. 3785, che introduce significative modifiche all’art. 52 c.p., in materia di legittima difesa, con particolare riferimento alle ipotesi di legittima difesa domiciliare. Il testo originario della proposta di legge prevedeva modifiche al solo art. 59 c.p., che disciplina la c.d. erronea supposizione della presenza di cause di giustificazione. Nel corso dei lavori parlamentari, però, sono stati approvati alcuni emendamenti che, modificando l’impianto originario della proposta di legge, introducono modifiche sostanziali anche all’art. 52 c.p., incidendo sull’ambito di operatività della legittima difesa.
Pubblichiamo, per gentile concessione de Il Sussidiario un intervista a Roberto Bin sull’Europa. L’intervistatore è Federico Ferraù.
di Andrea Guazzarotti*
“Deficit, la rivolta contro Bruxelles”. Così titolava l’articolo d’apertura de La Stampa di venerdì 5 maggio. Si tratta della richiesta alla Commissione UE da parte dei Ministri economici di Italia, Spagna, Portogallo e, soprattutto, Francia, di rivedere le metodologie di calcolo del famigerato ‘output gap’, ossia del PIL potenziale, ai fini della determinazione del deficit strutturale di ciascun Paese.
di Maria Vita De Giorgi *
Nel giro di pochi mesi i provvedimenti di un partito politico (che si chiami Movimento, non cambia nulla) sono sottoposti al vaglio di un giudice civile (Trib. Roma 12 aprile 2016, Trib. Napoli, 14 luglio 2016, Trib. Roma 17.1.2017, da ultimo Trib. Genova 10 aprile 2017). Cosa sta succedendo? Perché questa raffica di decisioni, sconosciuta in precedenza e, soprattutto, quali norme possono/devono applicare i giudici civili? I giudici sono soggetti soltanto alla legge (art. 101, 2° co. Cost.), ma dove si trova una legge sui partiti? (a parte il d.l. 28 dicembre 2013, n. 149, che ha abolito il finanziamento pubblico diretto).
L’assalto dei centurioni è un pericolo? No, ma con il “decreto Minniti” si apre un pertugio. L’ordinanza del sindaco di Roma che proibisce “qualsiasi attività che prevede la disponibilità di essere ritratto come soggetto di abbigliamento storico, in fotografie o filmati, dietro corrispettivo in denaro” è stata sospesa in via cautelare con ordinanza del Tar, pubblicata qui in calce (nella stessa data è stata emanata un’analoga ordinanza che sospende l’ordinanza “anti-risciò”).
di Ilario Nasso *
L’art. 3, I c., lettera h), del d. lgs. 109/2006, recante norme in materia d’illeciti disciplinari dei magistrati, vieta ai medesimi «l’iscrizione o la partecipazione a partiti politici ovvero il coinvolgimento nelle attività di centri politici o operativi nel settore finanziario che possono condizionare l’esercizio delle funzioni o comunque compromettere l’immagine del magistrato».
di Stefano Rossi
Finalmente dopo oltre vent’anni di dibattiti, convegni, appelli, proposte di legge e relative discussioni parlamentari, la Camera dei deputati ha approvato – in prima lettura – il testo della legge volta a disciplinare il consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento. Rispetto al testo unificato elaborato a fine dicembre dalla Commissione Affari sociali vi sono alcuni passi avanti e altri vistosi arretramenti.
di Gabriele Maestri *
Si può scegliere tra l’articolo 21 e l’articolo 32 della Costituzione? Ha senso farlo? La risposta è scontata: non si può e non ha senso. Il discorso è tanto più valido per un tema delicato come le vaccinazioni, finite di nuovo in prima pagina, anche come oggetto di scontro politico: si mescolano libertà di manifestazione del pensiero, tutela della salute, diritto all’istruzione, pluralismo informativo, correttezza e completezza dell’informazione in ambito sanitario e persino stoccate sul transfughismo (leggasi: cambio di casacca) parlamentare.
L’affermazione di Luigi Di Maio circa il numero dei mandati d’arresto europei che, emessi dall’Italia, riguardano cittadini romeni solleva molte questioni. Alcune di esse, diffusamente affrontate nel dibattito dei giorni scorsi, non sembrano di capitale importanza, come quella del reale impatto statistico che avrebbero i provvedimenti emessi nei confronti di cittadini romeni sulla totalità dei mandati UE. Ciò che conta davvero, sembra, è capire il ruolo che qui giocano l’Unione e i suoi strumenti di cooperazione giudiziaria.
di Davide Galliani
Sembra interessante segnalare la “nuova” importanza che sta assumendo il tema dei precedenti giurisprudenziali, da sempre all’attenzione dei giuristi, che tuttavia proprio nell’attuale momento è destinato a diventare di ancora più cruciale rilevanza. Il “merito” va ascritto anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo o, meglio, all’impostazione prescelta ad oggi da parte della Corte costituzionale italiana per “regolare” le relazioni tra i giudici italiani e la Corte di Strasburgo.
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