di Omar Chessa
In un articolo precedente ho scritto che il Capo dello Stato non è tenuto a nominare i ministri proposti dal neo-nominato Presidente del Consiglio; e che il rifiuto non ha bisogno di essere motivato in base a principi costituzionali “sostanziali”, bastando a tal fine la norma di competenza prevista dell’art. 92 della Costituzione, secondo la quale «Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri».
Attualità
Tre libri da leggere: Kelsen su Dante, Schmitt sul giudice e Losano su Bobbio
di Davide Galliani
Non capita tutti i giorni di avere sulla scrivania tre libri come questi: Hans Kelsen, Lo Stato in Dante, Mimesis, 2017, Carl Schmitt, Legge e giudizio, Giuffrè, 2018 e Mario G. Losano, Norberto Bobbio, Carocci, 2018. In meno di un anno, tre pietre miliari, che brillano grazie agli Autori e ai temi indagati.
Il “contratto di governo” e le questioni migratorie: nihil sub sole novum?
di Donatella Loprieno*
Nel contratto di governo, sulla cui “stravaganza” già hanno qui scritto Alessandro Morelli e Omar Chessa, le questioni legate ai fenomeni migratori vengono affrontate con un mix di superficialità, ridondanza, colpevole misconoscimento delle novità già introdotte dalla legge Minniti-Orlando e di quanto a livello di istituzioni europee si sta provando a fare specie in materia di Stato competente ad esaminare le domande di protezione internazionale.
Chi guiderà il governo presieduto dal professor Conte?
di Giovanni Di Cosimo
All’indomani delle elezioni del marzo scorso, non era affatto scontato che si trovasse una maggioranza disposta a sostenere il Governo. E invece sta per nascere il Governo Conte. Salvo sorprese dell’ultima ora, dovrebbe essere scongiurato lo scenario più catastrofico, quello dello scioglimento anticipato delle Camere a legislatura appena cominciata.
Il (presunto) veto presidenziale sul ministro dell’economia è legittimo?
di Omar Chessa *
Facciamo finta che il Capo dello Stato sia un organo di garanzia costituzionale. Non è un esercizio d’immaginazione troppo difficile, visto che la tesi è parecchio diffusa nell’opinione pubblica e tra i costituzionalisti, da Serio Galeotti in poi. Ora, se il Presidente è garante della Costituzione, può legittimamente rifiutarsi di accondiscendere alle richieste delle forze politiche che paiono di dubbia costituzionalità: ebbene, la proposta di nominare quale ministro dell’economia uno studioso che non fa mistero delle sue perplessità sull’unione monetaria europea conterrebbe un vulnus al dettato costituzionale, tale da giustificare un diniego presidenziale? La difesa dell’euro equivale a difendere la Costituzione vigente?
I silenzi e le contraddizioni dei costituzionalisti conservatori
di Stefano Ceccanti
Dopo vari giorni di silenzio il fronte del costituzionalismo conservatore, che si era eccitato contro la riforma costituzionale, viene rotto da un’intervista odierna di Gustavo Zagrebelsky a “la Repubblica”. Essa contiene molte affermazioni condivisibili, pur in ritardo e nonostante toni decisamente più misurati rispetto alle critiche alla riforma del 2016, che era in realtà molto meno discontinua con la nostra Costituzione rispetto agli interventi previsti oggi.
Il “contratto di governo”: quando la retorica politica supera diritto pubblico e diritto civile
di Valeriana Forlenza*
La versione definitiva del “contratto di governo” fra M5S e Lega ha ottenuto il lasciapassare da parte degli iscritti del movimento a seguito della consultazione lanciata sulla piattaforma digitale Rousseau. All’indomani dell’accordo il leader Di Maio si affrettava a dichiarare “Non è un’alleanza” – pena altrimenti la lettera scarlatta “I” – “ma un contratto di governo”.
Mandato parlamentare alla portoghese? Il “contratto di governo” non è chiaro
di Alessandro Morelli
Il “contratto di governo” è ormai quasi concluso. La bozza del 15 maggio consta di ben 29 punti, alcuni dei quali, come si legge nel testo, bisognosi di “un ulteriore vaglio in sede contrattuale”, altri di “un vaglio politico primario”, mentre altri ancora sarebbero “in corso di approfondimento”. Tra i punti più interessanti troviamo l’introduzione di un “vincolo di mandato popolare” (punto 19), che, com’è noto, è uno dei cavalli di battaglia del M5s.
“Contratto di governo”: una riflessione sulle nuove parole del diritto pubblico

Il “contratto di governo” e il rischio di una grave crisi costituzionale
di Roberto Bin
Sarà pure, quello pubblicato dall’Huffington Post, un testo superato, in corso di perfezionamento (alcuni capitoli sono ancora completamente vuoti, altri hanno un doppio testo…), ma il “Contratto per il Governo di cambiamento” è una lettura piuttosto penosa. Davvero si può credere che il fior fiore dei due partiti abbia passato tanti giorni in conclave per partorire questo criceto?
Che ne capisce di diritto costituzionale l’Elefantino?
di Roberto Bin
Ne Il Foglio di ieri, 14 maggio, l’Elefantino – cioè il direttore, pardon il fondatore, Giuliano Ferrara – ci offre un bel saggio di come si possa torcere la Costituzione al servizio della disinformazione. Commento durissimo sul presidente Mattarella: «È in corso una evidente violazione della Costituzione», esordisce Ferrara. Chi ne è il responsabile? Il capo dello Stato, che avrebbe violato «il compito di custodire la regola di base della Repubblica». Quale? «il diritto e dovere del Quirinale (di) nominare il capo del governo e, su sua proposta, i ministri».
Mandati esplorativi, incarichi e preincarichi: di cosa stiamo parlando?
di Alessandro Morelli
Nella dichiarazione che ha fatto seguito alle ultime consultazioni, svoltesi lo scorso 7 maggio, il Presidente Mattarella, dopo avere ricostruito i diversi tentativi di dare vita a un Governo, portati avanti senza successo nel corso degli ultimi due mesi, ha illustrato la soluzione verso la quale, alla fine, ha deciso di orientarsi: quella di dare vita a un “Governo neutrale, di servizio”, conferendo l’incarico di Presidente del Consiglio dei ministri a una personalità non di parte.