Nel discutere del rilancio delle autonomie territoriali nell’ordinamento italiano in una recentissima occasione nella quale erano presenti autorevoli costituzionalisti (che da tempo indagano il sistema autonomistico del nostro Paese), ho sostenuto, da studioso interessato a preservare un assetto democratico e partecipativo nel quale si possa esprimere il “buon” autogoverno territoriale, una tesi semplice che mi appare logica e in linea con gli scopi dichiarati e perseguiti in particolare dai colleghi che si occupano della questione con maggiore competenza e profondità.
editoriale
Non c’e pace per i partiti, neppure nel “decreto crescita”
di Gianluca De Filio
Il decreto-legge 34/2019 (attualmente in fase di conversione: a.c. 1807) reca misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi. Un provvedimento di natura economica che, però, andrà a modificare (ancora una volta) anche parte della legislazione riguardante partiti e movimenti politici.
Federalismo scolastico?
Finora il dibattito sul regionalismo differenziato si è concentrato soprattutto sui profili finanziari degli accordi fra il Governo e le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Ma aspetti controversi emergono anche relativamente alla definizione delle materie. Da questo punto di vista, la materia più problematica è forse l’istruzione, uno dei capisaldi dello stato sociale strettamente legata all’effettiva realizzazione del principio di eguaglianza. Due sono gli aspetti più critici.
Dove va la democrazia italiana?
Se c’è un aspetto che lascia di stucco chiunque abbia conservato una minima capacità di discernimento rispetto alle vicende politico-istituzionali che si succedono da qualche tempo nel nostro ordinamento è la capacità di minimizzare o, se volete, di sorvolare a proposito di episodi (l’ultimo dei quali rappresentato dalla revoca del sottosegretario leghista Siri) che, viceversa, avrebbero potuto avere implicazioni di altra natura sulla tenuta della maggioranza parlamentare “del cambiamento”, quantomeno stando alle roboanti dichiarazioni dei rispettivi leader.
L’antifascismo e il giuramento del ministro
Le costituzioni, di norma, non nascono d’un tratto dal fascino di astratti principi, né cadono dal cielo sospinte da un irenico afflato. Sono al contrario frutto di un conflitto, spesso sanguinoso, a cui si pone fine proprio riscrivendo daccapo le regole giuridiche della convivenza civile.
Caso Siri: l’ipocrisia dei garantisti e l’ipocrisia dei 5 stelle
Una volta di più sul caso Siri si sono levate le lamentele dei c.d. “garantisti”, che rifiutano con sdegno che sulla base di un sospetto o di una semplice accusa sia lecito trarre conseguenze “sanzionatorie” che comportino le dimissioni di un politico. Naturalmente è una bufala.
Promulgazione presidenziale con indicazioni per l’interpretazione: segni dell’evoluzione delle garanzie costituzionali
La vicenda della promulgazione con nota presidenziale di accompagnamento (che si legge sul sito web dell’organo) della legge che emenda – ampliandone la portata scriminante, rispetto alla formulazione preesistente della disposizione, i presupposti di esercizio della legittima difesa – ha suscitato anche su queste colonne un interessante dibattito.
Televisione e disinformazione
Si commetterebbe davvero un grave errore se qualcuno, guardando i numerosi talk show predisposti dalle emittenti televisive dalla mattinata sino alla sera inoltrata, pensasse seriamente di farsi una idea plausibile dello stato dei rapporti tra le forze politiche, dell’azione del Governo, delle ragioni che inducono il Parlamento ad assumere una decisione piuttosto che l’altra, della effettiva portata dei pronunciamenti giudiziari, di quello che accade nei diversi versanti in Europa e nel mondo.
Si fa o non si fa il “buco” in Val di Susa?
Ma davvero si pensava e si pensa che si potesse e si possa governare il Paese, sottoscrivendo dinanzi ad un compiacente notaio (nel senso di professionista privato), un “contratto politico” tra due leader sicuri, in quanto elevati al rango di “capi partito” come richiesto da esplicita previsione legislativa, di potere sempre e comunque contare sul sostegno delle rispettive “truppe” parlamentari, considerate, in verità con qualche ragione, alla stregua di una ubbidiente fanteria d’assalto?
La “disobbedienza” dei Sindaci come “intreccio” di doveri “diffusi” di difesa dei diritti?
La questione sollevata dalla “disobbedienza” dei Sindaci sul “decreto Salvini” comprende un profilo, ancora rimasto ai margini del dibattito tra i costituzionalisti e aperto invece al tema, oggi più che mai importante, dell’adempimento di doveri “internazionalmente imposti” ed “euro-unitariamente conformi”.
Onestà! Onestà! L’onestà truffata
Lo confesso. Anch’io ho infranto il codice della strada, sono stato multato. Ma ho subito pagato la sanzione.
Migliorare la democrazia? Il bilancio partecipativo
La democrazia è in crisi, è un dato di fatto. Più precisamente sono in crisi i meccanismi previsti dalla costituzione per canalizzare la volontà popolare, in particolare quelli della democrazia rappresentativa. I dati sull’affluenza alle elezioni dimostrano lo scarso interesse e la sfiducia dei cittadini nelle sfere della politica, i partiti politici faticano a trovare nuovi iscritti e i movimenti populisti sono in forte espansione in tutta Europa. È innegabile che tra la popolazione e le istituzioni si sia creato un profondo divario, difficile da colmare.