Ma il Presidente della Repubblica non dovrebbe rifiutare l’emanazione di decreti-legge scritti così?

di Roberto Bin

E’ uscito e già entrato in vigore il decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, “Disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell’interno“. Incuriosito, e un po’ allarmato dati i tempi, l’ho subito letto. Ecco però, sin dall’inizio, il primo ostacolo. Così inizia:

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L’inutile che costa: modificare il nome dei ministeri

di Edmund Burke

Il Governo sta licenziando un decreto-legge (l’ennesimo provvedimento imposto dalla “straordinaria necessità ed urgenza di procedere”!) che non serve proprio a niente*. E’ previsto il cambio di intitolazione di ben cinque ministeri, con l’aggiunta di integrazioni più o meno esotiche.

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Un giudice può disapplicare le leggi che gli sembrano incostituzionali?

di Roberto Bin

L’interrogativo del titolo ha intrigato i costituzionalisti più di mezzo secolo fa, ma la risposta negativa è ormai certa, e nessuno ne dubita più: la Corte costituzionale è sempre stata ferma sul punto. Ma qualcuno ci prova ancora, convinto che le sue personali considerazioni attorno alla successione di atti con cui il Governo ha fatto fronte alla pandemia sia viziata irrimediabilmente.

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La duplicazione dei Ministeri: quando gli equilibri interni alla coalizione giustificano un decreto-legge

di Gianluca De Filio

Il decreto legge n. 1/2020, entrato in vigore il 10 gennaio 2020 dispone la scomposizione dell’attuale Ministero dell’istruzione, università e ricerca scientifica in due dicasteri, dotati entrambe di portafoglio: il Ministero dell’istruzione e il Ministero dell’università e della ricerca scientifica.

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Un nuovo problema per il Presidente Mattarella: si può introdurre il reddito di cittadinanza con un decreto-legge?

di Roberto Bin

Sin dall’inizio questo Governo ha mostrato di non voler prendere sul serio quell’impegno scritto nel mitico “contratto” di maggioranza: “Vogliamo rafforzare la fiducia nella nostra democrazia e nelle istituzioni dello Stato. Intendiamo incrementare il processo decisionale in Parlamento e la sua cooperazione con il Governo” (su cui rinvio a Il governo della continuazione).

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