La lettura del recente articolo di Gustavo Zagrebelsky “La democrazia dell’emergenza” (La Repubblica del 18-11-2020) mi ha lasciato sconcertato. L’assunto principale mi sembra questo: poiché le Regioni sono state governate male sarebbe buona cosa abolirle! (N.B.: il punto esclamativo non è mio, ma dell’Autore). Il tutto in nome e per conto dell’emergenza che farebbe a pugni con la democrazia. Là dove emerge un’emergenza ci vuole un decisore unico e risoluto.
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Regionalismo: la differenziazione indotta dalla pandemia. Una proposta di discussione
di Gianclaudio Bressa, Gianmario Demuro, Ivo Rossi
La suddivisione della penisola in base alla circolazione del virus e alla diversa capacità di risposta dei sistemi sanitari regionali, pur con i limiti che rimandano alla omogeneità e attendibilità dei dati e al netto delle polemiche politiche, introduce una differenziazione territoriale e una salutare responsabilizzazione dei soggetti chiamati a fornire le risposte necessarie a combattere il Covid-19.
Società ed istituzioni dopo la pandemia: in dialogo con Edoardo Chiti
La discussione sollecitata da Edoardo Chiti prende spunto dal fatto che “la pandemia sia un fenomeno che avvia dei processi di trasformazione non transitori”. Il punto è se e quali effetti permanenti la vicenda attuale insegna al nostro stile di vita e, per quanto più interessa in questa sede, alle istituzioni pubbliche ed al suo diritto.
La crisi coronavirus come problema di geografia amministrativa
Sin dall’emergere della crisi “Covid-19” il sistema istituzionale italiano ha tentato, con esiti non sempre pienamente soddisfacenti anche tenendo conto delle difficoltà del momento, di governare la pandemia operando su una scala di tipo regionale.
Se la nostra salute è minacciata da uno spot politico
Guardateli in faccia e chiedetevi seriamente: davvero affidereste la vostra vita a uno di loro? Ce l’ho con i “governatori” che stanno predicando l’apertura anticipata di tutto perché “la gente è stufa, bar e ristoranti devono ripartire”.
Metodo di governo della pandemia: non si discutono i fini, ma gli strumenti sì
Non è bene che quando si analizza l’azione politico-amministrativa del Governo in un momento di particolare e oggettiva complessità “gestionale” prodotta oramai da qualche mese dalla drammatica pandemia quale è quella in atto nel Paese (oramai dalla fine di gennaio, almeno se si ha riguardo a quanto affermato dalle autorità sanitarie italiane tra gli allarmismi più o meno “trattenuti” dalla stessa OMS), si debba per forza approvare ogni scelta compiuta…
‘Questi sono i nodi’. Pandemia e strumenti di regolazione: spunti per un dibattito
Pubblichiamo questo scritto di Edoardo Chiti, invitando chi ne ha interesse ad intervenire proponendo risposte ai fondamentali quesiti che egli pone
Rifinanziamento della sanità pubblica e Mes: un caso di liaisons non così tanto dangereuses
La chiara e ragionevole analisi dell’esperto di policy Bruno Dente Dopo il corona virus. Che fare del sistema sanitario? Ovvero le possibili conseguenze strutturali dell’epidemia, apparsa su Welforum in questi giorni offre spunti veramente interessanti per una riflessione sul valore costituzionale più in gioco in questa tragedia globale – il diritto alla tutela della salute.
Per un ritorno alla normalità (anche) “istituzionale”, ovvero dell’abuso del potere di ordinanza
Quando un Paese si trova a dover affrontare un’emergenza che deriva da un evento eccezionale, straordinario, non previsto né prevedibile – come quella che stiamo vivendo in Italia a causa dell’epidemia del COVID-19 – in genere la risposta dell’autorità pubblica è duplice.
Caro Orlando, il vero problema della sanità è al centro, non in periferia
Sentire l’ex ministro della giustizia – e non è il solo – vagheggiare di una ricentralizzazione del sistema sanitario spiace davvero. Orlando è troppo giovane per ricordare l’inefficienza del sistema centralizzato che precedeva la riforma del 1978, una delle poche grandi riforme fatte in Italia.
Coronavirus e territori: il regionalismo differenziato coincide con la zona “gialla”
Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato il 1 marzo 2020 per arginare la situazione sanitaria presentatasi nel Paese con tratti di urgenza e straordinarietà a partire da venerdì 21 febbraio, è l’ultimo di una serie di provvedimenti
Coronavirus, il TAR sospende l’ordinanza della Regione Marche (che ne fa un’altra)
di Giovanni Di Cosimo e Giacomo Menegus
Lo scontro tra Governo e Regione Marche sulla gestione dell’emergenza coronavirus fa segnare una prima provvisoria vittoria del fronte governativo; la vicenda tuttavia – di difficile lettura per i non addetti ai lavori – rischia di accentuare il senso di disorientamento e sfiducia della cittadinanza verso le istituzioni in un momento già complesso per il Paese.