Tra il 12 e il 24 luglio scorsi si è tenuta, presso le Commissioni Affari costituzionali riunite di Camera e Senato, la rituale audizione programmatica del ministro per i Rapporti col Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro.
referendum
Il referendum sulla TAV? Una cavolata
Un referendum sulla TAV? Chiamparino l’ha lanciato quasi come una boutade: se il Governo pensa di bloccare la TAV, io allora promuoverò un referendum, innescando una reazione popolare contro una decisione scellerata. Immediatamente tutti hanno detto che era proprio una bellissima idea.
SPAGNA-CATALOGNA
L’avventurismo catalano e le rigidità spagnole. La via giudiziaria alla soluzione (a breve termine)
di Giovanni Poggeschi
Era da un po’ di tempo che non si sentiva parlare della situazione catalana. Nell’autunno caldo del 2017 spesso le prime pagine dei quotidiani e le notizie più in vista dei siti online avevano come argomento principale qualche avvenimento relativo al tira e molla fra Barcellona e Madrid. Avevamo imparato a riconoscere la frangetta alla Beatles di Puigdemont, presidente della Generalitat, ed il cipiglio orgoglioso, fintamente bonario, del Primo ministro spagnolo Rajoy.
Il dopo voto? Irrealistico escludere un accordo di maggioranza tra forze politiche diverse
di Antonio D’Andrea
Quando, prima del voto del 4 dicembre 2016, si è insistito sulla necessità di recuperare la razionalità e, ancor prima, la logica del sistema di governo parlamentare, artificiosamente contraddette dalla combinazione tra la riforma costituzionale avanzata dal Governo Renzi (che prevedeva una sola Camera politica, quella dei deputati) e la nuova legge elettorale – il c.d italicum – che comunque prevedeva l’assegnazione di un premio di maggioranza ad una sola lista, si toccava, a mio avviso, un aspetto cruciale della complessiva riforma istituzionale promossa in questa legislatura dal PD e dalla sua variegata ed estemporanea maggioranza parlamentare.
Sgangherati: chi giura sul Vangelo, chi sale al Quirinale, chi sconfessa i propri candidati, chi annuncia referendum…
di Giovanni Di Cosimo
Una campagna elettorale sgangherata. L’aggettivo scelto da Antonio Ramenghi è perfetto per descrivere il dibattito sui temi istituzionali. I poveri elettori sono stati bombardati da un profluvio di argomenti.
Più responsabilità per più autonomia
di Fulvio Cortese
L’autonomia territoriale è al centro di un rinnovato interesse. Sul piano del discorso pubblico internazionale, le ambizioni indipendentiste della Catalogna hanno spinto tutti a domandarsi se e come, all’interno di uno Stato che pure la riconosce e la garantisce, un’autonomia particolarmente qualificata possa farsi sovranità. Ma gli spunti sono tanti anche sul piano italiano. Anzi, su questo piano, che si discuta di autonomia in modo aperto e serio è ciò che ci si auspica da tempo.
Opinione pubblica e decisione politica
di Gianmario Demuro
1. Quali sono i legami tra l’opinione pubblica, il diritto a essere informati, il populismo e l’uso recente dei referendum? Temi in apparenza molto distanti che, invece, possono essere legati da un filo sottile, da una trama fine, da un immenso equivoco che li tiene insieme.
Maroni dimostra la dispendiosa inutilità del referendum lombardo-veneto
di Antonio Ramenghi
La controprova di quanto sostenuto in alcuni articoli di questo giornale circa l’inutilità del referendum lombardo-veneto e la sua vera natura è arrivata assai prima di quanto ci si potesse aspettare. Ed è arrivata innanzi tutto dalla Lombardia e dal suo presidente Roberto Maroni.
Anche Belluno al voto per più autonomia dal Veneto
di Giacomo Menegus
Mentre le attenzioni della stampa e dei media nazionali sono tutte dedicate ai prossimi referendum in Veneto e Lombardia, la Provincia di Belluno ha promosso a sua volta un referendum a carattere consultivo per chiedere ulteriori forme di autonomia e finanziamenti dalla stessa Regione Veneto.
Il Veneto non è la Catalogna. Non serve la Guardia civil, basta la Corte dei conti
di Roberto Bin
La Catalogna aveva scelto la strada dello scontro istituzionale avviando le procedure per lo svolgimento di un referendum che il Tribunale costituzionale spagnolo aveva giudicato incostituzionale; e, per di più, facendo approvare dal parlamento catalano, con una manciata di voti e con molte contestazioni politiche e denunce di illegittimità procedurali, alcuni provvedimenti legislativi diretti a dare immediata esecuzione alla decisione secessionista eventualmente uscita dal voto popolare e a disapplicare le leggi e la Costituzione spagnola. Il Governo spagnolo ha risposto con durezza inaudita a un atto inaudito di disobbedienza costituzionale (che è stato definito, non senza ragione, “un colpo di stato costituzionale”). L’inizio di un dramma, abbastanza inutile, ma che ha una lunga storia alle spalle (per una rapida ma attenta analisi, si può leggere un interessante articolo in francese).
La riforma a 5 stelle
di Roberto Bin
“Dopo mesi di lavoro, di studio e di confronti con diversi esperti – si legge nel blog di Beppe Grillo – siamo orgogliosi di aprire la discussione sul programma delle Riforme istituzionali del MoVimento 5 Stelle”. Le proposte, che naturalmente dovranno essere sottoposte al voto degli iscritti, intendono “esaltare lo scopo principale della Costituzione”, che sarebbe “la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alle sue decisioni essenziali”.
Il referendum veneto approda al Tar
di Fulvio Cortese
Fissato per il 22 ottobre di quest’anno, il referendum consultivo per la maggiore autonomia del Veneto approda ora al giudice amministrativo. Due elettori veneti, infatti, hanno promosso un ricorso dinanzi al Tar lagunare per chiedere l’annullamento del decreto di indizione firmato dal Presidente della Regione e della delibera con cui la Giunta regionale aveva precedentemente avviato il negoziato con il Governo.