Il parlamento europeo revoca l’immunità degli indipendentisti catalani. E adesso?

di Marco CeciliAlberto Di Chiara

Lo scorso lunedì 8 marzo il Parlamento europeo ha revocato l’immunità parlamentare a tre eurodeputati, appartenenti a partiti indipendentisti catalani, accusati di ribellione, sedizione e malversazione per i fatti legati allo svolgimento del referendum sull’indipendenza della Catalogna del 1° ottobre 2017.

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SPAGNA-CATALOGNA
L’avventurismo catalano e le rigidità spagnole. La via giudiziaria alla soluzione (a breve termine)

di Giovanni Poggeschi

Era da un po’ di tempo che non si sentiva parlare della situazione catalana. Nell’autunno caldo del 2017 spesso le prime pagine dei quotidiani e le notizie più in vista dei siti online avevano come argomento principale qualche avvenimento relativo al tira e molla fra Barcellona e Madrid. Avevamo imparato a riconoscere la frangetta alla Beatles di Puigdemont, presidente della Generalitat, ed il cipiglio orgoglioso, fintamente bonario, del Primo ministro spagnolo Rajoy.

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CATALOGNA
La diffcile elezione del candidato “latitante” Puigdemont

di Fabio Ferrari

A seguito di un’importante e recente pronuncia del Tribunale Costituzionale Spagnolo, la vicenda catalana si è arricchita di un ulteriore tassello.

Il Presidente del Parlamento della comunità autonoma ha convocato, per il 30 di Gennaio 2018, una seduta parlamentare finalizzata a eleggere il Presidente del Governo: candidato, Carles Puigdemont.

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Anche in Spagna la Corte dei conti vigila sulle spese per le consultazioni referendarie

di Antonio Ramenghi

Che l’ipotesi sollevata da Roberto Bin non sia proprio campata in aria (un possibile intervento della Corte dei Conti sulle spese sostenute da Veneto e Lombardia per il prossimo, inutile, referendum), lo dimostra il fatto che proprio oggi l’ex presidente della Generalitat di Catalogna, Artur Mas, capo  del governo che autorizzò e finanziò la precedente consultazione referendaria per l’indipendenza della regione da Madrid, il 9 novembre del 2014, è convocato dal Tribunal de Cuentas assieme a una decina tra politici e dirigenti della sua amministrazione.

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Il Veneto non è la Catalogna. Non serve la Guardia civil, basta la Corte dei conti

di Roberto Bin

La Catalogna aveva scelto la strada dello scontro istituzionale avviando le procedure per lo svolgimento di un referendum che il Tribunale costituzionale spagnolo aveva giudicato incostituzionale; e, per di più, facendo approvare dal parlamento catalano, con una manciata di voti e con molte contestazioni politiche e denunce di illegittimità procedurali, alcuni provvedimenti legislativi diretti a dare immediata esecuzione alla decisione secessionista eventualmente uscita dal voto popolare e a disapplicare le leggi e la Costituzione spagnola. Il Governo spagnolo ha risposto con durezza inaudita a un atto inaudito di disobbedienza costituzionale (che è stato definito, non senza ragione, “un colpo di stato costituzionale”). L’inizio di un dramma, abbastanza inutile, ma che ha una lunga storia alle spalle (per una rapida ma attenta analisi, si può leggere un interessante articolo in francese).

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