Salario minimo: applicare l’art. 39 Cost.

di Salvatore Curreri

Nel suo editoriale Roberto Bin ha opportunamente posto il problema del salario minimo in un’ottica costituzionale, evidenziando come l’applicazione della giusta retribuzione ex art. 36 Cost., per supplire alla mancata attuazione dell’art. 39 Cost., sia oggi resa difficoltosa e incerta a causa della proliferazione di contratti che fissano minimi contrattuali diversi e talora al di sotto della soglia di povertà, anche quando firmati da sindacati nazionali dotati di ampia rappresentatività.

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Salario minimo e ipocrisia


di Roberto Bin

Il giudice del lavoro di Milano è stato protagonista qualche mese fa di un caso emblematico, che ha fatto parlare la stampa. È la vicenda di un receptionist impiegato in un istituto bancario, ma non dipendente della banca: il suo servizio era stato appaltato all’esterno a una serie di imprese succedutesi nel tempo, da ultimo a una cooperativa. Nella successione degli appalti lo stipendio del lavoratore era stato progressivamente ridotto, quasi dimezzato: probabilmente era grazie a questo tipo di “risparmio” che la cooperativa aveva battuto la concorrenza e si era aggiudicata l’appalto.

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Il diritto all’autoimprenditorialità

di Camilla Buzzacchi

Verosimilmente è solo una questione di parole. Quelle su cui occorre riflettere sono parte del linguaggio che da vari anni contraddistingue la materia del lavoro: flessibilità e precarietà. Entrambe descrivono un fenomeno che a seconda della prospettiva ideologica – o meglio, della teoria economica sottostante – può essere interpretato con un significato o con un altro: non necessariamente significati opposti, ma indubbiamente diversi.

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Integrazione europea attraverso il diritto? Due recenti ordinanze della Cassazione in tema di assegni familiari per i lavoratori extra-UE

di Andrea Guazzarotti

Un conflitto tra legislazione nazionale in materia di assegni familiari in favore di lavoratori extra-UE e direttive dell’UE sta dando luogo a un paradigmatico caso di c.d. “tutela multilivello” dei diritti, in cui si intrecciano, nell’ordine cronologico degli interventi, competenze giurisdizionali dei giudici comuni, della Corte di giustizia, della Corte costituzionale.

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Delocalizzare (non) stanca: il caso Embraco e la vibrante protesta del ministro

di Andrea Guazzarotti*

Un ennesimo caso di delocalizzazione nell’UE: la multinazionale Embraco ha deciso di spostare la produzione dal Piemonte in Slovacchia, ove il costo del lavoro è pari a meno della metà che in Italia. Il Ministro Calenda, già fervente sostenitore del TTIP, trova qualcosa da obiettare per la strategia opportunistica dell’impresa (la quale, negli anni di stabilimento in Italia, ha già beneficiato di cospicui finanziamenti statali).

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