Il domani non basta: il “momento elettorale” fra passato e futuro

di Alessandro Lauro

In questi giorni di fremito pre- e post-elettorale, gli italiani hanno per un momento “riscoperto” la politica: grazie al tam tam sui social network, ai link che piovono magicamente ovunque per calcolare le affinità politiche, agli illuminati appelli “ad informarsi”, si è aperto innanzi al cittadino elettore un universo di sigle, simboli, nomi che prima erano sconosciuti o quasi.

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Il dopo voto? Irrealistico escludere un accordo di maggioranza tra forze politiche diverse

di Antonio D’Andrea

Quando, prima del voto del 4 dicembre 2016, si è insistito sulla necessità di recuperare la razionalità e, ancor prima, la logica del sistema di governo parlamentare, artificiosamente contraddette dalla combinazione tra la riforma costituzionale avanzata dal Governo Renzi (che prevedeva una sola Camera politica, quella dei deputati) e la nuova legge elettorale – il c.d italicum – che comunque prevedeva l’assegnazione di un premio di maggioranza ad una sola lista, si toccava, a mio avviso, un aspetto cruciale della complessiva riforma istituzionale promossa in questa legislatura dal PD e dalla sua variegata ed estemporanea maggioranza parlamentare.

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Alla ricerca
del programma
che non c’è

di Antonio Ramenghi

Mancano 45 giorni al 4 marzo data delle elezioni politiche ma se cercate sui siti dei partiti non trovate ancora i loro programmi elettorali. Cioè quei testi che, nero su bianco, dovrebbero costituire un impegno vincolante e servire agli elettori per orientarsi e decidere il loro voto. A tutt’oggi questi programmi  non li trovate ma navigando vi appariranno solo slogan più o meno azzeccati, aggreggioni agli avversari, dichiarazioni fantasmagoriche, promesse a pioggia le più strampalate.

A ben vedere fare un programma serio che dica dove e come si vuol portare il Paese nei prossimi cinque anni non risulta un esercizio facile anche perchè questi programmi dovrebbero essere di coalizione. Così, per esempio i leader della coalizione quadrupede di Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia-Noi con l’Italia hanno sin qui fatto annunci molto discordanti: abolizione del jobs act, no solo revisione del jobs act, ma non è detto; abolizione della legge Fornero, no solo correzioni dove c’è da correggere, forse niente; tassazione della prostituzione, no non si può, ecc. ecc.

Non è che il centrosinistra stia meglio: a tutt’oggi, festa di Sant’Antonio, protettore degli animali, non si è neppure ancora realizzato il miracolo della composizione certa della coalizione, anche questa quadrupede, perchè Bonino sta ancora trattando sul peso di +Europa e la Lorenzin è in preda a doglie da seggio. Impossibile che per ora esca un programma elettorale comune anche dal centrosinistra.

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Effetti perversi ed effetti imprevisti
del bricolage elettorale

di Antonio Floridia

Nel momento in cui scriviamo questa nota (pomeriggio dell’8 giugno) non sappiamo ancora se il testo della riforma elettorale in discussione alla Camera riuscirà ad essere approvato, o se l’accordo politico che sembrava sorreggerlo crollerà rovinosamente…

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