Il rapporto tra il “tempo” e i siciliani è tradizionalmente caratterizzato da una particolare “conflittualità”. Non si vuole qui enfatizzare un luogo comune, com’è, in gran parte, quello per cui «È facile essere felici in Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana» [F. Prose, Odissea siciliana (2003), trad. di M. Migliaccio, Feltrinelli, Milano, 2004]. Si vuole, piuttosto, evidenziare come, già solo scorrendo alcune memorabili pagine di opere letterarie di scrittori siciliani, emerga una originale configurazione del rapporto tra il normale fluire del corso del tempo e la vita dell’uomo.
Il regolamento privacy tra vecchi e nuovi diritti per il soggetto interessato
Il Regolamento privacy (Regolamento 2016/679, GDPR) applicabile su tutto il territorio europeo dallo scorso 25 maggio prevede una serie di diritti nei confronti del soggetto interessato esercitabili nei confronti del titolare del trattamento in qualunque momento consentendogli di mantenere il controllo sui dati che ha conferito e sul loro utilizzo.
Le ragioni di Mattarella nel rifiutare quella nomina, ma lo ha fatto nella sede sbagliata
di Salvatore Curreri
Pur nel massimo rispetto del ben più autorevole collega, mi permetto di non condividerne il pensiero. Secondo l’art. 92 Cost. “il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri”. Da qui due conclusioni: a) il Presidente del Consiglio propone, non impone, i ministri al Presidente della Repubblica al quale b) spetta il potere di nomina.
Mattarella non poteva, ma doveva rifiutare la nomina
di Roberto Bin
Noi costituzionalisti siamo spesso attratti dall’interpretazione delle disposizioni costituzionali specifiche che punteggiamo la c.d. forma di governo: e siccome i punti sono pochi, integriamo il disegno con altro, per lo più derivato dal c.d. sistema politico. In questo modo è quasi inevitabile confondere il dover essere (il precetto costituzionale) con l’essere (lo stato attuale dei rapporti politici).
Mattarella e il veto presidenziale: quando la Costituzione resta in silenzio
di Corrado Caruso*
II Presidente Mattarella ha agito correttamente nell’opporre il suo veto al Prof. Savona? Valutare l’azione degli organi costituzionali senza farsi influenzare da considerazioni di stretta politica contingente è impresa ardua. Ciò nonostante, uno sforzo di emancipazione dall’incubo delle passioni, come cantava qualche anno fa Battiato, è doveroso, se si vuole evitare di appiattire il diritto costituzionale sull’esistente. La Costituzione non dà risposte: «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e , su proposta di questo, i ministri», afferma l’art. 92 Cost.
Nomina del primo ministro e nomina dei ministri: quali sono le differenze?
di Omar Chessa
In un articolo precedente ho scritto che il Capo dello Stato non è tenuto a nominare i ministri proposti dal neo-nominato Presidente del Consiglio; e che il rifiuto non ha bisogno di essere motivato in base a principi costituzionali “sostanziali”, bastando a tal fine la norma di competenza prevista dell’art. 92 della Costituzione, secondo la quale «Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri».
Tre libri da leggere: Kelsen su Dante, Schmitt sul giudice e Losano su Bobbio
di Davide Galliani
Non capita tutti i giorni di avere sulla scrivania tre libri come questi: Hans Kelsen, Lo Stato in Dante, Mimesis, 2017, Carl Schmitt, Legge e giudizio, Giuffrè, 2018 e Mario G. Losano, Norberto Bobbio, Carocci, 2018. In meno di un anno, tre pietre miliari, che brillano grazie agli Autori e ai temi indagati.
Il “contratto di governo” e le questioni migratorie: nihil sub sole novum?
di Donatella Loprieno*
Nel contratto di governo, sulla cui “stravaganza” già hanno qui scritto Alessandro Morelli e Omar Chessa, le questioni legate ai fenomeni migratori vengono affrontate con un mix di superficialità, ridondanza, colpevole misconoscimento delle novità già introdotte dalla legge Minniti-Orlando e di quanto a livello di istituzioni europee si sta provando a fare specie in materia di Stato competente ad esaminare le domande di protezione internazionale.
Chi guiderà il governo presieduto dal professor Conte?
di Giovanni Di Cosimo
All’indomani delle elezioni del marzo scorso, non era affatto scontato che si trovasse una maggioranza disposta a sostenere il Governo. E invece sta per nascere il Governo Conte. Salvo sorprese dell’ultima ora, dovrebbe essere scongiurato lo scenario più catastrofico, quello dello scioglimento anticipato delle Camere a legislatura appena cominciata.
Il (presunto) veto presidenziale sul ministro dell’economia è legittimo?
di Omar Chessa *
Facciamo finta che il Capo dello Stato sia un organo di garanzia costituzionale. Non è un esercizio d’immaginazione troppo difficile, visto che la tesi è parecchio diffusa nell’opinione pubblica e tra i costituzionalisti, da Serio Galeotti in poi. Ora, se il Presidente è garante della Costituzione, può legittimamente rifiutarsi di accondiscendere alle richieste delle forze politiche che paiono di dubbia costituzionalità: ebbene, la proposta di nominare quale ministro dell’economia uno studioso che non fa mistero delle sue perplessità sull’unione monetaria europea conterrebbe un vulnus al dettato costituzionale, tale da giustificare un diniego presidenziale? La difesa dell’euro equivale a difendere la Costituzione vigente?
I silenzi e le contraddizioni dei costituzionalisti conservatori
di Stefano Ceccanti
Dopo vari giorni di silenzio il fronte del costituzionalismo conservatore, che si era eccitato contro la riforma costituzionale, viene rotto da un’intervista odierna di Gustavo Zagrebelsky a “la Repubblica”. Essa contiene molte affermazioni condivisibili, pur in ritardo e nonostante toni decisamente più misurati rispetto alle critiche alla riforma del 2016, che era in realtà molto meno discontinua con la nostra Costituzione rispetto agli interventi previsti oggi.
Il “contratto di governo”: quando la retorica politica supera diritto pubblico e diritto civile
di Valeriana Forlenza*
La versione definitiva del “contratto di governo” fra M5S e Lega ha ottenuto il lasciapassare da parte degli iscritti del movimento a seguito della consultazione lanciata sulla piattaforma digitale Rousseau. All’indomani dell’accordo il leader Di Maio si affrettava a dichiarare “Non è un’alleanza” – pena altrimenti la lettera scarlatta “I” – “ma un contratto di governo”.