Ancora sulla democrazia all’interno del MoVimento 5 Stelle: il caso De Falco

di Salvatore Curreri

È noto che quello della democrazia all’interno dei partiti è problema tuttora aperto e cruciale per il nostro ordinamento democratico, per la ovvia – ma essenziale e perdurante – ragione per cui “se non vi è una base di democrazia interna, i partiti non potrebbero trasfondere un indirizzo democratico nell’ambito della vita politica del Paese” (Aldo Moro).

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La legittimità del regolamento interno del gruppo parlamentare del M5S sul tavolo della Presidente del Senato

di Salvatore Curreri

Al rientro dal suo viaggio istituzionale negli Stati Uniti, la Presidente del Senato troverà ancora sulla sua scrivania la lettera del 30 aprile con cui il sen. Parrini le chiede “di esprimere una chiara valutazione sulle disposizioni contenute” nel regolamento del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle del Senato.

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Sondaggi infelici: il Ministro per la democrazia diretta e il suo partito riusciranno a capire la lezione?

di Roberto Bin

 

Tra i molti lussi che il nostro Paese si concede c’è anche quello di avere un Ministro per i Rapporti con il Parlamento e per la Democrazia Diretta. Chi lo ha inventato probabilmente non sapeva bene che compiti fossero istituzionalmente affidati al ministro per i rapporti con il Parlamento (era il ministero di M. Elena Boschi, per intenderci). I compiti del ministero sono ben definiti sin dal 2012:

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Il “contratto di governo” e il rischio di una grave crisi costituzionale

di Roberto Bin

Sarà pure, quello pubblicato dall’Huffington Post, un testo superato, in corso di perfezionamento (alcuni capitoli sono ancora completamente vuoti, altri hanno un doppio testo…), ma il “Contratto per il Governo di cambiamento” è una lettura piuttosto penosa. Davvero si può credere che il fior fiore dei due partiti abbia passato tanti giorni in conclave per partorire questo criceto?

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Il “contratto di governo”: le procedure vengono prima dei contenuti

di Roberto Bin
Se davvero, come mi ero augurato (vedi da ultimo l’articolo del 23 aprile), si apre uno spiraglio per la stesura di un “contratto di governo” tra M5S e il PD, mi sembra necessario partire anzitutto da alcune regole di procedura, prima ancora di iniziare a delineare i punti programmatici attorno ai quali stendere il contratto.

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La strana risposta del presidente Fico: è così che si rilancia il ruolo del Parlamento?

di Roberto Bin

Alle lettere e agli interventi in aula di alcuni deputati che rivolgevano al Presidente Fico la richiesta di verificare la compatibilità con la Costituzione e con il Regolamento della Camera di alcune norme dello Statuto del gruppo del M5S, di cui Fico è membro, egli ha dato una risposta che non può essere data per scontata.

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La sanzione pecuniaria ai voltagabbana ha un acre sapore

di Roberto Bin

Al di là dell’uso polemico di cui è stata fatta oggetto (vedi la lettera dell’on. Magi al neo-Presidente della Camera Fico), la questione della sanzione che il regolamento del Gruppo parlamentare del M5S minaccerebbe (uso il condizionale, perché non è reperibile una fonte ufficiale di questo testo, come denunciato da un intervento alla Camera dell’on. Ceccanti) di applicare agli eletti che intendono cambiare gruppo è davvero semplice. Anche se si tratta di un vecchio pallino del Movimento, già previsto dalle sue autoregolamentazioni, si tratta di una norma (a) inutile e (b) inaccettabile.

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Di Maio ha ragione: il “contratto di governo” è la via giusta

di Roberto Bin

In precedenti contributi in questo giornale (del 5 e del 7 marzo) avevo ipotizzato che l’unica seria via d’uscita dalla crisi sarebbe stato un accordo di governo tra M5S e il PD, sottolineando due volte la differenza fondamentale tra un’alleanza e un accordo: la prima rappresenta un patto su un programma politico ampio e stabile, con cui ci si presenta agli elettori, il secondo un contratto in cui i contraenti convergono su questioni di comune interesse.

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Spigolature dai nuovi gruppi parlamentari

di Salvatore Curreri

La costituzione dei gruppi parlamentari costituisce un passaggio essenziale per l’inizio delle attività delle camere. Non a caso, infatti, essa avviene subito dopo l’elezione del Presidente (entro due giorni dalla prima seduta alla Camera; entro tre al Senato: artt. 14.3 reg. Cam. e 14.2 reg. Sen.) perché è dalla loro composizione numerica – e quindi dai loro rapporti di forza nonché dalla loro collocazione politica – che dipende la successiva costituzione degli organi di cui ciascuna camera si compone: Presidenza, Commissioni, Giunte, Comitato per la legislazione.

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Il diavolo, le pentole e i coperchi: effetti imprevisti ed effetti perversi dell’ultima riforma elettorale

di Antonio Floridia*

Sappiamo oramai tutto del “Rosatellum”, e sappiamo anche i risultati che sono emersi dalle urne del 4 marzo. Può essere tuttavia utile ritornare, post factum, sui meccanismi della legge elettorale, assumendo un punto di vista peculiare: si sono prodotti gli effetti previsti dai legislatori, o sono scaturiti effetti inattesi o finanche perversi?

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Alleanza e accordo politico, due cose ben diverse. Il Pd può fare lo schizzinoso?

di Roberto Bin

L’ipotesi di un accordo politico tra PD e M5S, che a me sembra auspicabile, è una prospettiva da tenere ben distinta dall’ipotesi di un’alleanza politica. Un’alleanza l’ha stretta il PD con Lorenzin e Casini, nonché Bonino, per presentarsi alle elezioni con un unico programma.

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