di Andrea Guazzarotti
Le sentenze della Corte di giustizia dell’UE sul velo islamico indossato sul luogo di lavoro sono due e sono state emesse lo stesso giorno: gli esiti, però, sono opposti.
Attualità
La querelle sul velo e la dimensione
Questo velo invece resiste
di Roberto Bin
Lo stesso giorno della sentenza Achbita, qui commentata, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dovuto occuparsi una seconda volta del velo islamico e della discriminazione che ne può derivare sul posto di lavoro. Nella sent. Bougnaoui (C-188/15) la Corte affronta il caso di una donna islamica licenziata perché si rifiutava di togliere il velo islamico quando svolgeva la propria attività lavorativa presso clienti dell’impresa di cui era dipendente.
Il velo: una decisione non banale
di Roberto Bin
Nella causa C-157/15, la Grande sezione della Corte di giustizia ha emanato una sentenza che ha subito suscitato l’attenzione della stampa, che l’ha così riassunta: se un’impresa privata licenzia una dipendente musulmana perché indossa il velo, non viene leso il divieto di discriminazione.
L’elezione di Tusk e l’ircocervo del governo Ue
di Andrea Guazzarotti*
Contro la volontà del suo Paese d’origine, il 9 marzo è stato riconfermato nella carica di Presidente del Consiglio europeo il polacco Donald Tusk, che potrà così ‘completare’ il mandato per altri due anni e mezzo, come già riuscì al precedente Presidente eletto, il belga Herman Van Rompuy.
Corsi universitari solo in inglese?
di Roberto Bin
La questione dei corsi universitari impartiti in lingua straniera è arrivata alla Corte costituzionale perché il Politecnico di Milano aveva attivato, a partire dall’anno 2014, dei corsi di laurea magistrale e di dottorato di ricerca esclusivamente in lingua inglese, affiancando però un piano per la formazione dei docenti e per il sostegno agli studenti.
Alt del Garante privacy sugli accessi
ai dati del dossier sanitario elettronico
di Ilenia Alagna*
Il Garante per la protezione dei dati personali, con provvedimento n. 331 del 4 giugno 2015, oltre a dettare le Linee guida che puntano a definire un quadro di riferimento unitario per il corretto trattamento dei dati raccolti nei dossier elettronici da parte di strutture sanitarie pubbliche e private, ha previsto le principali indicazioni a tutela dei pazienti e le prescrizioni per i titolari del trattamento.
Medici antiabortisti e rimedi privatistici
al boicottaggio della legge dello Stato
di Andrea Guazzarotti*
Dove passa il confine tra obiezione di coscienza e opportunismo è assai difficile da stabilire, né un legislatore ‘laico’ può permettersi di istituire ‘tribunali della coscienza’ per verificare l’autenticità delle scelte individuali ispirate da obblighi morali o religiosi.
Organizzazione e democrazia interna
nei partiti politici
secondo la Corte di Strasburgo
di Dimitri Girotto
In tempi di elevata conflittualità interna ai partiti e movimenti politici può essere utile uno sguardo alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, per comprendere se dalle disposizioni della CEDU si possano trarre indicazioni sull’ambito di autonomia organizzativa riconosciuto alle associazioni politiche.
Le 18 proposte di modifica della legge elettorale in attesa che si ricominci a discuterne
Il 21 febbraio il Servizio studi della Camera dei deputati ha pubblicato un interessante e utile dossier su tutte le proposte di legge di modifica del sistema elettorale giacenti in Parlamento.
Sulla legge sul rischio sanitario…
pende il rischio di incostituzionalià
di Stefano Rossi
Il testo del disegno di legge cd. Gelli in materia di responsabilità professionale nel settore medico (AS 2224 vedi link), ora al vaglio della Camera dei deputati – in seconda lettura – dopo l’approvazione in Senato merita una breve riflessione.
Perché la Corte non avrebbe dovuto
giudicare nel merito l’Italicum
I paradossi della vicenda Taricco
La sovranità limitata in favore dell’UE e ‘controlimitata’ in favore della Costituzione
La nostra Corte costituzionale (ord. n. 24/2017) ha chiesto alla Corte di giustizia UE di tornare sui suoi passi e spiegare se, nella decisione sul caso Taricco, essa abbia davvero imposto ai giudici italiani la disapplicazione delle norme penali di favore in materia di frodi sull’IVA per effetto dei vincoli derivanti da una disposizione del Trattato (art. 325 TFUE), o non abbia, piuttosto, inteso lasciare ai giudici nazionali la valutazione circa il grado di ‘tollerabilità costituzionale’ che l’applicazione diretta di quella disposizione europea comporta.