di Fabio Ferrari
A quale titolo la Lega Nord chiede l’intervento del Presidente della Repubblica Mattarella ‘contro’ la sentenza sui fondi del partito? Cerchiamo di rispondere con la dovuta delicatezza: nessuno.
di Fabio Ferrari
A quale titolo la Lega Nord chiede l’intervento del Presidente della Repubblica Mattarella ‘contro’ la sentenza sui fondi del partito? Cerchiamo di rispondere con la dovuta delicatezza: nessuno.
di Roberto Bin
Lo stesso giorno della sentenza Achbita, qui commentata, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dovuto occuparsi una seconda volta del velo islamico e della discriminazione che ne può derivare sul posto di lavoro. Nella sent. Bougnaoui (C-188/15) la Corte affronta il caso di una donna islamica licenziata perché si rifiutava di togliere il velo islamico quando svolgeva la propria attività lavorativa presso clienti dell’impresa di cui era dipendente.
di Roberto Bin
Nella causa C-157/15, la Grande sezione della Corte di giustizia ha emanato una sentenza che ha subito suscitato l’attenzione della stampa, che l’ha così riassunta: se un’impresa privata licenzia una dipendente musulmana perché indossa il velo, non viene leso il divieto di discriminazione.
di Alberto Azzena e Francesco Monceri
Nella recente sentenza sulla legge elettorale la Corte costituzionale si è addentrata in una questione di pressoché impossibile soluzione, una sorta di quadratura del cerchio, che l’ ha condotta a una vistosa contraddizione che forse poteva esser resa meno vistosa.
Una recente sentenza della Cassazione penale conferma alcune importanti questioni che riguardano Facebook.
La Corte EDU si è pronunciata sul caso Paradiso e Campanelli v. Italia. Una coppia cerca di avere un figlio attraverso la surroga di maternità.
di Fabio Ferrari
“Il mio barbiere mi ha chiesto: se si fa una legge sulla pena capitale, per sapere se è costituzionale bisogna prima aspettare che sia applicata la pena di morte e poi, una volta che il condannato è morto, decidere se era o no costituzionale ucciderlo? Mi pare un ottimo esempio”.
di Fabio Ferrari
Per i non addetti ai lavori è difficile accettare che il diritto si interpreti: guardando alle regole come sinonimo di “certezza”, la loro interpretazione è vista come un espediente, perlopiù sleale: con esso, avvocati di dubbia rettitudine tentano di garantire l’impunità al proprio cliente, così da ottenere un’ambita e copiosa parcella.
E’ stata pubblicata la sentenza della Cassazione (n.25201 del 7 dicembre 2016) che per la prima volta in Italia stabilisce che il profitto aziendale e la difesa della competitività, costituiscono giusta causa per il licenziamento di un dipendente.
La sentenza del Tar Friuli-Venezia Giulia del 12 dicembre 2016, n. 562, merita di essere segnalata perché chiarisce la natura del “profilo Facebook”.
Va segnalata, e sottolineata con un applauso, l’ordinanza del Tribunale di Roma – Sezione del riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale, che ha annullato il provvedimento di sequestro di medicinali importati da un privato per uso personale.
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