REGIONE VENETO
Zaia e l’edilizia di culto:
sì solo se parla italiano

La Regione Veneto aveva approvato una legge (legge 12 aprile 2016, n. 12) che, modificando la propria precedente disciplina urbanistica e di tutela del paesaggio, aveva introdotto alcune norme che affidavano alla Regione stessa e ai Comuni il compito di fissare «i criteri e le modalità per la realizzazione di attrezzatture di interesse comune per servizi religiosi» – realizzazione da parte degli organi dei singoli culti religiosi.

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“Onestà! Onestà!” Ma ci può essere onestà senza legalità?
Il Tribunale di Genova dà ragione a Cassimatis

di Roberto Bin

Fa sempre impressione quando un giudice entra nelle faccende interne di un partito, ma spesso ciò è causato dal fatto che i partiti dimenticano che la legalità va applicata anche a loro. Soprattutto a loro, aggiungerei da cittadino. L’ordinanza del Tribunale di Genova del 10 aprile accoglie il ricorso di Marika Cassimatis e altri membri della sua lista contro la decisione di Grillo di escluderli dall’elezione del Sindaco del Comune di Genova.

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La Corte di giustizia Ue
fa salve le misure contro la Russia

di Roberto Bin

Con la sentenza del 28 marzo 2017, la Grande Chambre della Corte di giustizia dell’Unione europea ha preso una importante decisione  stabilendo di essere competente a giudicare la validità degli atti adottati in base alle disposizioni relative alla politica estera e di sicurezza comune (PESC), e in particolare a giudicare sulle misure restrittive nei confronti della Russia per la situazione creata in Ucraina.

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Le Trumpiadi, canto terzo
State of Hawai v. Trump

Il Presidente Trump, invece di resistere nella difesa del suo executive order che imponeva un bando all’ingresso negli USA a chi proviene da sette Stati a prevalenza islamica, sospeso da due giudici di distretto con decisione confermata in appello, ha emanato un nuovo order, che riformula il bando (si può leggere qui il testo ufficiale).

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Questo velo invece resiste

di Roberto Bin

Lo stesso giorno della sentenza Achbita, qui commentata, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dovuto occuparsi una seconda volta del velo islamico e della discriminazione che ne può derivare sul posto di lavoro. Nella sent. Bougnaoui (C-188/15) la Corte affronta il caso di una donna islamica licenziata perché si rifiutava di togliere il velo islamico quando svolgeva la propria attività lavorativa presso clienti dell’impresa di cui era dipendente.

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