Governo e Magistratura – Da che parte stare

 

 

di Claudio Stefano Tani

 

La  giurisprudenza si adegua sempre a fatica ai capovolgimenti dei principi fondamentali, tende spontaneamente a continuare ad ispirarsi all’ideologia del periodo precedente, anche se questa è già negata dal nuovo sistema nel momento in cui le sentenze sono emesse. Non è possibile attribuire in assoluto una decisione all’orientamento ideologico di un singolo magistrato, ovvero ai magistrati di una certa sede giudiziaria. Alcune decisioni si presentano come sintomi di transizione verso il nuovo ordinamento. Questo avviene perché nessuna ideologia muore senza lasciare residui e quella nuova non si afferma all’improvviso su una tabula rasa.

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Che fine farà la Corte dei conti?

di Vittorio Raeli*

Con la risoluzione approvata nella adunanza del 15-16 aprile, con la sola astensione di due componenti, il Consiglio di Presidenza della Corte dei conti,  ha segnalato le “criticità” del ddl  A.S. 1457, recante “Modifiche alla Legge 14 gennaio 1994 n. 20 e altre disposizioni nonché delega al Governo in materia di funzioni della Corte dei conti e di responsabilità amministrativa e per danno erariale”,  risultante dal testo approvato il 9 aprile dalla Camera dei deputati ( A.C. 1621) e ancora non calendarizzato al Senato.

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Le prime elezioni per le ex Province in Sicilia

di Felice Blando

Il Presidente della Regione ha indetto per domenica 27 aprile, in Sicilia, le elezioni di secondo livello per scegliere i presidenti e i consiglieri dei Liberi consorzi comunali e i componenti delle assemblee delle Città metropolitane. Sarà un passo avanti rispetto alla gestione commissariale e chiuderà una vicenda sui cui, negli ultimi anni, si sono riversati un numero vertiginoso di atti normativi, amministrativi e sentenze.

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Lo storico discorso di George Mason contro la rieleggibilità del Presidente degli Stati Uniti

di Piero Cecchinato

George Mason partecipò alla Convenzione di Filadelfia del 1787 come rappresentante della Virginia e fu uno dei tre delegati che si rifiutarono di firmare la Costituzione. Molte clausole furono il frutto del suo contributo, ma, alla fine, Mason decise di non sottoscrivere la versione finale della Carta.

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Riflessioni sulla legalità (e sull’Europa)

di Glauco Nori

La soluzione dei problemi sociali, che la politica si trova ad affrontare, resta condizionata dai principi, non sempre definibili come generali, che in quel momento sono seguiti dalla parte prevalente. Le proposte sono naturalmente diverse, spesso confliggenti; per valutarne la coerenza, che dovrebbe essere la prima qualità di ciascuna, andrebbe dimostrata la idoneità di quanto si propone a risolvere il problema che ci si affronta.

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L’autonomia differenziata a valle della dichiarazione di inammissibilità del referendum abrogativo

di Sergio Bartole

Secondo taluni commentatori la prima fase dell’iter costituzionale della legge Calderoli sull’autonomia differenziata si è conclusa con un finale pareggio fra gli oppositori di quella legge e i suoi sostenitori.

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Educazione europea: quale Costituzione stiamo difendendo?

di Claudio Stefano Tani

     1 –  Janek –  Siamo alla fine del 1942 con un gruppo di resistenti polacchi; si attendono notizie sull’esito della battaglia di Stalingrado e la capitolazione dell’esercito hitleriano. Il quindicenne Janek aveva aperto il grosso volume di diritto costituzionale dell’amico Tadek Chmura alla pagina che riportava la Dichiarazione dei diritti dell’uomo – Rivoluzione Francese del 1789, richiudendola “con un sorrisetto canzonatorio”.

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I referendum abrogativi del 2025: una nuova occasione per il voto fuori sede

di Alessandro De Nicola*

La decisione della Corte costituzionale sull’ammissibilità di cinque quesiti referendari pone il Parlamento dinanzi all’imperativo di procedere con sollecitudine all’approvazione di una disciplina che agevoli l’esercizio del voto per quegli elettori che si trovino fuori dal comune di residenza nel giorno della consultazione.

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Università. Tutti i contenuti della riforma

di Rolando Vitali*

Il futuro dell’università italiana continua a prospettarsi fosco, se non proprio cupo, specialmente per tutte quelle figure professionali che, pur rendendone possibile l’attività didattica e di ricerca, risultano precarie e non stabilizzate. Giova ricordare, come premessa a ogni analisi che, a oggi, circa il 40% del personale universitario è costituito da figure precarie (20.000 assegnisti di ricerca, e 9.000 ricercatori a tempo determinato di tipo A).

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