di Simone Pitto
Il recente attacco informatico ai data center di Westpole S.p.A. dell’8 dicembre 2023 ha risollevato l’attenzione sul problema della vulnerabilità cibernetica degli organi costituzionali e delle amministrazioni pubbliche italiane.
di Simone Pitto
Il recente attacco informatico ai data center di Westpole S.p.A. dell’8 dicembre 2023 ha risollevato l’attenzione sul problema della vulnerabilità cibernetica degli organi costituzionali e delle amministrazioni pubbliche italiane.
Ogni tentativo di riforma costituzionale nel nostro Paese deve essere affrontato, a mio avviso, partendo dal presupposto che gli interessi delle forze politiche di maggioranza – oggi tesi, tra le altre cose, a modificare l’assetto della forma di governo vigente – spesso e volentieri non coincidono affatto con i desiderata dei costituzionalisti.
Il problema è chiaro a tutti: la storica instabilità dei Governi nazionali. Le statistiche sono impietose e le conseguenze del fenomeno sono evidenti: Governi costretti ad occuparsi più della ricerca del consenso elettorale verso i singoli partiti uniti nella coalizione di maggioranza (mentre è quasi fisiologico che altrettanto capiti ai partiti di opposizione), piuttosto che impegnarsi seriamente su obiettivi e strategie di lunga gittata, cioè a tutto ciò che richiederebbe un serio “governo” del Paese purificato dalla contingenza.
L’esame parlamentare del disegno di legge di bilancio per l’anno 2024 e per il triennio 2024-2026 ha proposto una rilevante innovazione, mai verificatasi negli anni precedenti, l’assenza di proposte emendative presentate dai parlamentari appartenenti ai gruppi di maggioranza nel corso dell’esame in prima lettura svolto al Senato.
di Roberta Calvano e Lorenzo Spadacini
Più ci si pensa più si disvela l’impatto potenzialmente devastante che la riforma del cd. Premierato (disegnata nel ddl AS 935 in discussione al Senato) è suscettibile di produrre sulla democrazia costituzionale.
di Giacomo Menegus*
Questo giornale ha già dedicato uno spazio di riflessione al “caso” della giudice Apostolico, ripresa in un video – poi diffuso in rete dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – mentre partecipava ad una manifestazione promossa da associazioni e movimenti in difesa dei migranti. In quella prima occasione, il focus dell’intervento di Roberto Bin era centrato sui diritti – e, tra questi, quello di riunione – di cui pur godono quanti ricoprono i delicati ruoli della magistratura giudicante e inquirente (v. qui).
Nereo Rocco, dopo la clamorosa vittoria del suo Milan sull’Atalanta per 9 a 3, dichiarò che più che essere soddisfatto per i nove gol fatti, era preoccupato per i tre subiti. Così, concluso il primo ciclo di audizioni informali dei costituzionalisti presso la Commissione Affari costituzionali del Senato sulle proposte di riforma costituzionale presentate dal sen. Renzi (n. 830) e dal Governo (n. 935), entrambe dirette ad introdurre l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, più che concentrarsi sulla messe di critiche piovute da quasi tutti gli auditi (incluso chi scrive), vale la pena piuttosto affrontare le lodi ricevute da (invero pochi) colleghi.
La vicenda riguardante il sen. Gasparri, accusato da una nota trasmissione televisiva di non aver dichiarato una carica ricoperta in una società privata, costituisce un’utile occasione per fare un po’ di chiarezza sugli obblighi di trasparenza ai quali il parlamentare è soggetto all’atto dell’assunzione della carica.
di Alessandra Camaiani
Il tema delle concessioni balneari è tornato alla ribalta, nel dibattito d’attualità, a poche settimane dalla fine dell’anno, termine ultimo per l’adeguamento della disciplina nazionale alle indicazioni europee, secondo quanto stabilito nelle sentenze gemelle dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del novembre 2021:
Le questioni principali, nel sistema di asilo dell’Unione Europea, a parte il regime dei termini e delle decadenze, riguardano il potere di rilevabilità d’ufficio delle situazioni di anticomunitarietà e di illegittimità costituzionale e la valutazione, gioco forza sommaria, della prova in una procedura “accelerata”.
“Innanzitutto quello che dico ora, lo sostenevo anche prima. Il governo deve decidere se dare ai cittadini il ruolo di protagonisti o no. È offensivo verso di loro sostenere che c’è il blocco di mandato per sindaci e i governatori altrimenti si rischia un eccesso di potere. Significa dare degli idioti agli elettori. Prova ne sia che alcuni sindaci e governatori, che si sono presentati al secondo mandato, non sono stati eletti. E davvero sarebbe anacronistico se il premier eletto non avesse limite di mandati, mentre i presidenti di Regione e i sindaci sì”
Spiace dirlo, ma queste affermazioni di Zaia appaiono sconfortanti.
In un cortile abitato da oche starnazzanti qual è ormai la nostra politica, la vicenda della giudice Apostolico ha esasperato i versi e i rumori e ha sollecitato esternazioni prive di senso. Può essere utile riportare la questione ai suoi termini costituzionali.
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