Virtù e vizi dei vitalizi

Pare proprio che il problema principale dell’Italia siano i vitalizi. Su di essi il M5S torna a battere come se la campagna elettorale non fosse chiusa (o forse perché sta pensando di aprirne una nuova) ponendo la loro abolizione al primo punto del programma del nuovo governo. Peccato che sui vitalizi, elevati a simbolo della odiata “casta”, si continui a diffondere fake news. Forse vale la pena riproporre per rimettere i puntini sulle “i”, due articoli già pubblicati in passato. Eccoli.

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La riforma a 5 stelle

di Roberto Bin
“Dopo mesi di lavoro, di studio e di confronti con diversi esperti – si legge nel blog di Beppe Grillo – siamo orgogliosi di aprire la discussione sul programma delle Riforme istituzionali del MoVimento 5 Stelle”. Le proposte, che naturalmente dovranno essere sottoposte al voto degli iscritti, intendono “esaltare lo scopo principale della Costituzione”, che sarebbe “la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alle sue decisioni essenziali”.

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Vitalizi e pensioni: due species, un solo genus?


di Giampiero Buonomo*

Quello del politico è un lavoro? A leggere la proposta di legge Richetti (Atto Camera n. 3225-A), parrebbe di sì. Il suo articolo 2, infatti, sposa per gli ex parlamentari la tesi del “trattamento previdenziale differito”, secondo l’indirizzo già segnato dalla delibera Schifani/Fini del 2012.

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A proposito dei “vitalizi” ai parlamentari

di Salvatore Curreri
L’improvvido sms inviato dall’ex Presidente del Consiglio Renzi alla trasmissione DiMartedì di Giovanni Floris («Per me votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso. L’unica cosa è evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso i cittadini. Sarebbe assurdo») ha contribuito a rinfocolare le polemiche circa l’ipotesi che l’attuale legislatura non venga sciolta anticipatamente per permettere ai parlamentari di poter maturare il diritto a percepire tale c.d. vitalizio.

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Parlamentari transfughi da un gruppo all’altro:
il rimedio nella modifica dei regolamenti

di Stefano Ceccanti

Nell’intervista al Fatto Quotidiano del giorno 13 gennaio il Presidente emerito Zagrebelsky ha rilanciato la querelle sul divieto di mandato imperativo proponendo di introdurre la decadenza per il parlamentare che passi da un gruppo di maggioranza ad uno di opposizione o viceversa.

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Ma mi faccia il piacere!
La “multa” del M5S ai “ribelli”

di Roberto Bin
Non sono di quelli che stanno in agguato per piombare sui rappresentanti del M5S e attaccarli per qualsiasi difficoltà. Mi piacerebbe anzi che essi sviluppassero un’alternativa di governo seria e credibile, perché il Paese e le sue istituzioni ne avrebbero davvero bisogno.

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