Non è bene che quando si analizza l’azione politico-amministrativa del Governo in un momento di particolare e oggettiva complessità “gestionale” prodotta oramai da qualche mese dalla drammatica pandemia quale è quella in atto nel Paese (oramai dalla fine di gennaio, almeno se si ha riguardo a quanto affermato dalle autorità sanitarie italiane tra gli allarmismi più o meno “trattenuti” dalla stessa OMS), si debba per forza approvare ogni scelta compiuta…
editoriale
Il ritorno del Lavoro, un 1° maggio diverso
Il discorso di Mattarella per il 1° maggio è esemplare. E segna il ritorno del Lavoro al centro della nostra vita. Giorni fa commentavo il “ritorno dello Stato”, dopo anni di annunci della sua imminente scomparsa inghiottito dalla globalizzazione. Ora è il lavoro a riprendersi la scena.
Federalismo e pandemia. Cosa si può imparare dal Brasile
di Valerio Mazzuoli* e Hugo Frazão**
Le misure adottate contro il COVID-19 stanno avendo un enorme impatto sulla forma di Stato sia in Brasile che in Italia. Tuttavia, questo non significa necessariamente che ciò rappresenti un problema. Infatti, dopo mesi di contagio del coronavirus, alcuni Paesi possono mettere alla prova i loro modelli di “decentramento territoriale”, imparando come trasformare le difficoltà della pandemia in un’opportunità.
Capitalismo e umanesimo digitali nella stagione della pandemia: la via europea
Rifinanziamento della sanità pubblica e Mes: un caso di liaisons non così tanto dangereuses
La chiara e ragionevole analisi dell’esperto di policy Bruno Dente Dopo il corona virus. Che fare del sistema sanitario? Ovvero le possibili conseguenze strutturali dell’epidemia, apparsa su Welforum in questi giorni offre spunti veramente interessanti per una riflessione sul valore costituzionale più in gioco in questa tragedia globale – il diritto alla tutela della salute.
La scuola come contropotere critico: ovvero in difesa della didattica in presenza
L’epidemia del 2020 porta con sé un incremento notevole delle conoscenze e delle pratiche digitali. È uno dei pochi effetti positivi, ma spero che ciò non generi uno sfinimento della didattica in presenza (delle persone).
Il drammatico bivio italiano nel rapporto con l’Eurozona
A causa del lockdown da oltre un mese la gran parte dei redditi da lavoro e dall’utilizzo di capitale fisso (impianti, macchinari, ecc.) non sono più generati. Lo stesso non può dirsi dei rendimenti derivanti da capitale finanziario e immobiliare, i quali sono generati per effetto del solo trascorrere del tempo. Si dà il caso, però, che i secondi gravano sui primi.
Cosa non va nel bilanciamento in corso tra libertà individuale e salute pubblica?
Le restrizioni imposte a diverse libertà in nome dell’emergenza covid-19 sono eccessive e spesso del tutto ingiustificate? Il principio guida è che le limitazioni ai diritti fondamentali siano giustificate se tutelano altri beni di rango costituzionale (o comunque interessi meritevoli di tutela).
Caro Orlando, il vero problema della sanità è al centro, non in periferia
Sentire l’ex ministro della giustizia – e non è il solo – vagheggiare di una ricentralizzazione del sistema sanitario spiace davvero. Orlando è troppo giovane per ricordare l’inefficienza del sistema centralizzato che precedeva la riforma del 1978, una delle poche grandi riforme fatte in Italia.
Il ritorno dello Stato e l’importanza del Presidente
Ma lo Stato non era in declino? Non doveva perdere il suo ruolo centrale nella vita delle persone? Non era in corso un processo di sostituzione dello Stato moderno con i mercati, la rete, le organizzazioni internazionali? Le nostre vite non erano in procinto di vedersi organizzate dalle leggi dell’economia piuttosto che da quelle volute dalla vecchia politica e dalle consunte istituzioni costituzionali?
Solidarietà dimenticata: il fallimento della narrazione pubblica sul coronavirus
Il corpo “malato” del Sovrano
Dal Medioevo al Settecento, per la “scrofolosi”, considerata inguaribile, la terapia praticata consistette nel contatto della mano destra nuda del sovrano sulla piaga infetta dell’ammalato. I primi a esercitare tale attività di cura furono, in Francia, Roberto II il Pio, in Inghilterra Edoardo il Confessore, in Italia, alla fine del XIII secolo, Carlo I d’Angiò, Re di Sicilia e Gerusalemme.