di Roberta Calvano
Come era inevitabile, il problema del possibile impatto del voto degli italiani all’estero nella riforma del “premierato” ha suscitato un vivo dibattito.
di Roberta Calvano
Come era inevitabile, il problema del possibile impatto del voto degli italiani all’estero nella riforma del “premierato” ha suscitato un vivo dibattito.
di Roberto Bin
Ormai tutto è chiaro e il gioco è scoperto. Presentando una proposta di revisione costituzionale che rasenta il ridicolo (come già ho sottolineato in un precedente commento), il Governo non ha l’obiettivo di modificare davvero la Costituzione, ma semplicemente di mostrare la propria efficienza e di mantenere gli impegni assunti con il programma elettorale. In vista del referendum.
di Alberto Randazzo
La contestazione, da parte di un gruppo di studenti, che ha impedito a Molinari di partecipare ad un dibattito che, insieme al Rettore Lorito, si sarebbe dovuto tenere all’Università Federico II di Napoli sul “Ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo conteso”, richiede una riflessione. È questo solo un ulteriore episodio di intolleranza che si verifica nel nostro Paese.
di Camilla Buzzacchi
Pubblichiamo il testo dell’Audizione del 4 marzo 2024 alla I Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati, in relazione al disegno di legge C. 1665 Governo, approvato dal Senato (c.d. ” ddl Calderoli”), “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, ringraziando l’A. di avercelo proposto.
di Federico Barbarossa
Il 22 febbraio 2024 la Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato, all’unanimità, una «disciplina sperimentale» per l’accesso al diritto di voto da parte degli studenti fuori sede in occasione delle prossime elezioni dei membri del Parlamento spettanti all’Italia per l’anno 2024.
di Andrea Guazzarotti*
1. Forfettizzare la dignità del lavoro. Due mensilità dell’ultima retribuzione per ogni anno di servizio: a parte i casi più gravi (e più rari), questo vale(va) la dignità del lavoratore ingiustamente violata da un licenziamento illegittimo secondo il Jobs Act del governo Renzi (d.lgs. n. 23 del 2015). Ancora meno vale nelle piccole imprese: precisamente la metà (e comunque non oltre le sei mensilità: art. 9.1, d.lgs. n. 23 del 2015). Ma la dignità, come tutti i diritti dei lavoratori, è double face: per alcuni è un valore intrinseco alla persona, per altri rientra tra i costi d’impresa.
di Salvatore Curreri
Uno degli emendamenti presentati dal Governo al testo di riforma costituzionale sul c.d. premierato prevede – almeno mentre scriviamo – che il Presidente del Consiglio direttamente eletto, per difendersi da colpi di mano della sua maggioranza, in caso di dimissioni volontarie possa entro sette giorni proporre ed ottenere dal Presidente della Repubblica lo scioglimento delle Camere (automatico invece in caso di approvazione di mozione di sfiducia).
di Ivo Rossi e Alberto Zanardi
Il processo di attuazione dell’autonomia differenziata è arrivato a un giro di boa: martedì scorso (23 gennaio) il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge Calderoli che ha l’obiettivo di regolare le modalità di attribuzione e di finanziamento delle funzioni pubbliche aggiuntive richieste dalle singole Regioni a statuto ordinario, secondo quanto previsto dall’art. 116, terzo comma della Costituzione
di Simone Pitto
Il recente attacco informatico ai data center di Westpole S.p.A. dell’8 dicembre 2023 ha risollevato l’attenzione sul problema della vulnerabilità cibernetica degli organi costituzionali e delle amministrazioni pubbliche italiane.
Ogni tentativo di riforma costituzionale nel nostro Paese deve essere affrontato, a mio avviso, partendo dal presupposto che gli interessi delle forze politiche di maggioranza – oggi tesi, tra le altre cose, a modificare l’assetto della forma di governo vigente – spesso e volentieri non coincidono affatto con i desiderata dei costituzionalisti.
Il problema è chiaro a tutti: la storica instabilità dei Governi nazionali. Le statistiche sono impietose e le conseguenze del fenomeno sono evidenti: Governi costretti ad occuparsi più della ricerca del consenso elettorale verso i singoli partiti uniti nella coalizione di maggioranza (mentre è quasi fisiologico che altrettanto capiti ai partiti di opposizione), piuttosto che impegnarsi seriamente su obiettivi e strategie di lunga gittata, cioè a tutto ciò che richiederebbe un serio “governo” del Paese purificato dalla contingenza.
L’esame parlamentare del disegno di legge di bilancio per l’anno 2024 e per il triennio 2024-2026 ha proposto una rilevante innovazione, mai verificatasi negli anni precedenti, l’assenza di proposte emendative presentate dai parlamentari appartenenti ai gruppi di maggioranza nel corso dell’esame in prima lettura svolto al Senato.
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