La svolta Cartabia. Il problematico ingresso della società civile nei giudizi dinnanzi alla Corte costituzionale

di Claudio Tani

La delibera dell’8 gennaio 2020 della Corte costituzionale recante “Modificazioni alle Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale” contiene importantissime novità, che potrebbero influire decisamente, anche nel breve periodo, sull’evoluzione del giudizio di costituzionalità in via incidentale.

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Perché ciò che Sabino Cassese sostiene contro il referendum elettorale non può essere condiviso

di Andrea Morrone

Sostiene Sabino Cassese (cfr. I rischi che si corrono a giocare con le leggi, in Corriere della sera dell’11 gennaio 2020), che il referendum elettorale per l’introduzione dei collegi uninominali sarebbe inammissibile, perché il “furbo architetto” della proposta avrebbe confezionato un quesito mediante un collage di norme, pensate per fini diversi e, quindi, prese a caso, facendo come “Tarzan che, per muoversi velocemente nella giungla, andava con liane da un albero all’altro”.

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Nuova maggioranza politica e nuovo (possibile) dibattito sull’aiuto al suicidio?

di Ugo Adamo

In poco più di due settimane (dal 20 agosto al 4 settembre) si è consumata una crisi di Governo che lo scorso 5 settembre ha dato il via alla nascita del c.d. ‘Governo Conte 2’ a cui è stata data la fiducia dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica rispettivamente nei giorni 9 e 10 scorsi.

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I redditi on line dei dirigenti nella sent. della Corte costituzionale

di Ilenia Alagna

Con ordinanza del 19 settembre 2017, il TAR del Lazio ha sollevato la questione di conformità dell’art. 14, commi 1-bis e 1-ter, del d.lgs n.33 del 14 marzo 2013 (“Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”) agli artt. 2, 3, 13 e 117 della Costituzione.

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Chi e come può difendere il ruolo del Parlamento? Una decisione della Corte costituzionale su cui riflettere

di Giovanni Di Cosimo

È passato un mese da quando la Corte costituzionale ha giudicato inammissibile il ricorso dei senatori del Pd relativo alla controversa approvazione della legge di bilancio 2019. Della vicenda e del ricorso per conflitto di attribuzione fra i poteri dello Stato abbiamo ripetutamente parlato in questo giornale. Ora la Corte ha depositato il testo della decisione (ord. 17/2019 dell’8 febbraio 2019) e dunque conosciamo nel dettaglio il suo ragionamento che era stato solo accennato nel comunicato stampa del 10 gennaio.

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L’occasione persa

di Salvatore Curreri

Per quanto prevedibile alla luce della precedente giurisprudenza costituzionale in tema di interna corporis, la decisione della Corte costituzionale circa l’inammissibilità del conflitto di attribuzioni sollevato dai senatori del Partito democratico a seguito della compressione dei tempi parlamentari di esame della legge di bilancio, suscita comunque parecchia delusione.

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A caccia (e pesca) di voti: guai a chi molesta i cacciatori (e pescatori)

di Giacomo Menegus

Un paio di settimane fa la Corte costituzionale  ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Veneto con la quale si puniva, con sanzioni amministrative dai 600 ai 3.600 €, chiunque avesse
disturbato intenzionalmente cacciatori e pescatori nell’esercizio delle rispettive attività.

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Mattarella e il veto presidenziale: quando la Costituzione resta in silenzio

di Corrado Caruso*

II Presidente Mattarella ha agito correttamente nell’opporre il suo veto al Prof. Savona? Valutare l’azione degli organi costituzionali senza farsi influenzare da considerazioni di stretta politica contingente è impresa ardua. Ciò nonostante, uno sforzo di emancipazione dall’incubo delle passioni, come cantava qualche anno fa Battiato, è doveroso, se si vuole evitare di appiattire il diritto costituzionale sull’esistente. La Costituzione non dà risposte: «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e , su proposta di questo, i ministri», afferma l’art. 92 Cost.

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Il “contratto di governo” e le questioni migratorie: nihil sub sole novum?

di Donatella Loprieno*

Nel contratto di governo, sulla cui “stravaganza” già hanno qui scritto Alessandro Morelli e Omar Chessa, le questioni legate ai fenomeni migratori vengono affrontate con un mix di superficialità, ridondanza, colpevole misconoscimento delle novità già introdotte dalla legge Minniti-Orlando e di quanto a livello di istituzioni europee si sta provando a fare specie in materia di Stato competente ad esaminare le domande di protezione internazionale.

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