“Ingegneria istituzionale” o “bricolage elettorale”?

di Antonio Floridia
Giovanni Sartori aveva una precisa idea della scienza politica: la scienza politica non è una scienza “esatta”, ma nondimeno può offrire alcuni validi insegnamenti a coloro che si ingegnano di trovare soluzioni adeguate ai problemi istituzionali. Ragionamenti ipotetici e controfattuali (del tipo: “se si adotta questo meccanismo, ceteris paribus, è probabile che accada questo o quest’altro”) possono essere utili strumenti di analisi e di verifica empirica.

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Legge elettorale: ultima chiamata

di Salvatore Curreri

Lo scorso 20 settembre 2017 l’on. Fiano, a nome del Pd, ha presentato in Commissione affari costituzionali alla Camera (analogo testo è stato presentato anche al Senato) un nuovo progetto di legge (v. https://stefanoceccanti.wordpress.com/2017/09/21/il-testo-della-proposta-di-riforma-elettorale-rosatellum-bis/), detto Rosatellum bis o 2.0, a seconda che si voglia scimmiottare il lessico sartoriano o informatico.

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Legge elettorale e “benaltrismo”

di Roberto Bin
È un gioco che la mia generazione (quella del ’68) conosce benissimo: si era sfiorato il virtuosismo, alle volte, nell’uso di questa tecnica. Qualsiasi proposta che osasse avanzare una soluzione di un qualche tipo al problema emerso nel dibattito, veniva immediatamente svalutata e scartata perché “ben altro” era il problema, la sua causa, la prospettiva corretta in cui cercare invece la soluzione, impossibile ovviamente.

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Legge elettorale: la mia risposta a Carlo Fusaro

di Antonio Ruggeri

Sono particolarmente grato all’amico e collega Carlo Fusaro per il tempo e l’attenzione dedicata al mio scritto. Le sue osservazioni sono, come sempre, acute: mi corre, tuttavia, l’obbligo di fugare un equivoco, di sicuro alimentato dalla poca chiarezza della mia esposizione.

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Legge elettorale: a proposito dell’articolo di Antonio Ruggeri

di Carlo Fusaro

Ho letto l’articolo scritto per lacostituzione.info da Antonio Ruggeri quando sembrava che il progetto Fiano, apparentemente concordato fra le principali forze politiche, fosse destinato a certa approvazione, e vorrei proporre  alcuni commenti. Premetto che sono un convinto maggioritario da almeno 30 anni; non solo ho partecipato tutte le campagne di Barbera-Segni (e poi Guzzetta e Morrone) del 1990-1993, 1995, 1997, 2001, 2007, 2012, ma fui presente fisicamente in Cassazione fra i promotori già nel 1990 e 1991.

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Effetti perversi ed effetti imprevisti
del bricolage elettorale

di Antonio Floridia

Nel momento in cui scriviamo questa nota (pomeriggio dell’8 giugno) non sappiamo ancora se il testo della riforma elettorale in discussione alla Camera riuscirà ad essere approvato, o se l’accordo politico che sembrava sorreggerlo crollerà rovinosamente…

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Ritorno al proporzionale: scelta politicamente miope e di dubbia conformità alla Costituzione

di Antonio Ruggeri
Che le possibili opzioni in fatto di disciplina del meccanismo elettorale siano astrattamente numerose ed anche reciprocamente non poco differenziate è risaputo da tempo, così come si sa che un medesimo ingranaggio, calato in contesti politico-istituzionali diversi, può assumere forme e dar vita ad effetti parimenti diversi.

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Legge elettorale nuova, collegi vecchi
e la fine del maggioritario

di Giovanni Di Cosimo

Per la seconda volta in questa legislatura il Parlamento è alle prese con la riscrittura delle regole elettorali. Il primogenito, battezzato col nome evocativo di Italicum, è morto nella culla. La Corte costituzionale l’ha sonoramente bocciato all’inizio dell’anno, prima ancora che fosse applicato una sola volta.

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M5S, un nuovo sistema elettorale: il gratta e vinci

di Roberto Bin

Sistemi elettorali perfetti non ce ne sono: tanto è vero che non ci sono due paesi che abbiano adottato lo stesso sistema e in ognuno c’è molta insoddisfazione per il sistema esistente. Ma che non ci siano sistemi perfetti non significa affatto che non vi siano sistemi sbagliati. Il porcellum, per esempio, era sicuramente un sistema sbagliato.

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Legge elettorale: la (im)possibile quadratura del cerchio

di Salvatore Curreri
È difficile vincere la tentazione di non occuparsi dell’attuale dibattito sulla riforma elettorale. I radicali contrasti da sempre esistenti tra i partiti rendono estremamente improbabile che si possa trovare un accordo bipartisan sulla più politica delle leggi.

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Legge elettorale e i vincoli posti
dalla Corte Costituzionale

di Glauco Nori *

1-Per la legittimità di un premio di maggioranza è necessaria una soglia minima: lo ha detto la Corte costituzionale con la sentenza n.1 del 2014.  Ha anche spiegato, ripetendolo con la sentenza n.35 del 2017, che si è dovuta fermare a quella dichiarazione perché non può modificare la disciplina legislativa attraverso interventi manipolativi o additivi, per esempio indicando direttamente la soglia minima.

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