Il diavolo, le pentole e i coperchi: effetti imprevisti ed effetti perversi dell’ultima riforma elettorale

di Antonio Floridia*

Sappiamo oramai tutto del “Rosatellum”, e sappiamo anche i risultati che sono emersi dalle urne del 4 marzo. Può essere tuttavia utile ritornare, post factum, sui meccanismi della legge elettorale, assumendo un punto di vista peculiare: si sono prodotti gli effetti previsti dai legislatori, o sono scaturiti effetti inattesi o finanche perversi?

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La legge elettorale non piace a nessuno. Ma per cambiarla bisogna capire bene quel che ha detto la Corte

di Glauco Nori

La legge elettorale in vigore non piace a nessuno: le ragioni, in buona parte poco chiare, non sono le stesse per tutti. Al fatto che avesse consentito di superare la normativa di risulta dalla sentenza n.35 del 2017 non è stato dato alcun rilievo. Secondo le norme impugnate, se non fosse scattato il premio di maggioranza, si sarebbe dovuto procedere al ballottaggio.

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Le preoccupazioni di Mattarella sono le nostre

di Roberto Bin

Gli appelli del Presidente della Repubblica al senso di responsabilità dei partiti e l’invito a preoccuparsi delle sorti del Paese, piuttosto che ai propri interessi tattici, dovrebbero essere sottoscritti da tutti. Ma siamo in Italia, un paese a forma di stadio calcistico, ove dai tempi dei guelfi e dei ghibellini (ma ancora da prima, se si scava un po’) il clima da rissa tra opposte tifoserie domina su qualsiasi riflessione pacata.

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Seggio o son desto? Il sindaco che si candida alle elezioni politiche rischia…

di Roberto Bin

Il Sindaco di Imola, Daniele Manca, ha annunciato le sue dimissioni, per potersi candidare alle politiche. Ma la legge è precisa: lui, come tutti gli altri sindaci che non si sono dimessi per tempo, sono ineleggibili.

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La sottoscrizione delle liste: i radicali hanno ragione, ma la colpa è della legge

di Roberto Bin

È scoppiata da poco la questione della raccolta delle firme a cui sono tenuti i partiti che non erano già rappresentati in parlamento e che vogliono aderire ad una coalizione: è la questione sollevata da Emma Bonino, la cui lista, +Europa, avrebbe dovuto entrare nella coalizione di centro-sinistra.

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La coalizione? Uno specchietto per allodole

di Antonio D’Andrea

Nel contesto parlamentare italiano, lontano da qualsiasi tradizione bipartitica e neppure predisposto a una stabile virata bipolare pur dopo il superamento della più che quarantennale legislazione elettorale proporzionale, ho sempre considerato la “vocazione maggioritaria”, sbandierata da una o più forze politiche in coalizione tra loro, un puro espediente elettoralistico.

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Legge elettorale: il doppio effetto di una sola scheda e un solo voto

di Antonio D’Andrea

Anche chi aveva chiesto e sperato che in un soprassalto di dignità il dequalificato Parlamento della XVII Legislatura riuscisse a mettere mano ai meccanismi elettorali, dopo la doppia bocciatura avvenuta nell’arco di un triennio del giudice costituzionale (con le sentenze n. 1/2014 e n. 35/2017) sia della legge n. 270 del 2005 – il c.d. Porcellum – sia della legge n. 52 del 2015 – il c.d. Italicum –, credo che nutra più di qualche perplessità sulla soluzione apprestata dal legislatore per “armonizzare”, secondo le stesse sollecitazioni del Presidente Mattarella, i sistemi elettorali di Camera e Senato.

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La nuova legge elettorale in cinque schede

di Roberto Bin

Il c.d. Rosatellum è ormai in fase di promulgazione. La legge approvata dalle Camere non è un testo semplice, a causa della pessima tecnica legislativa che è ormai prassi italiana (approvazione non di una nuova disciplina, ma di emendamenti alle leggi precedenti, cioè il Porcellum, come corretto dalla sent. 1/2014 della Corte costituzionale, per il Senato e l’Italicum, come corretto dalla sent. 35/2017 per la Camera), che rende le leggi incomprensibili e crea grande difficoltà (e perciò troppa incertezza e conseguente discrezionalità) nella loro applicazione.

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Caro Travaglio, per essere democratica, la legge elettorale deve prevedere le preferenze?

di Roberto Bin

A seguire Travaglio e Libertà e giustizia, sembrerebbe che la risposta alla domanda del titolo debba essere positiva. Si invoca una legge elettorale che restituisca agli elettori il potere di scegliere gli eletti e ci liberi da un Parlamento di “nominati”.

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E’ una questione di fiducia

di Fabio Ferrari

Dunque il Governo pone la questione di fiducia sulla legge elettorale; si tratta di una scelta molto importante: se i media, oltre a riferire la notizia, spiegassero anche di che cosa di tratta, sarebbe ancora più interessante. Cosa vuol dire “porre la questione di fiducia”? Perché è così determinante nei rapporti Parlamento-Governo? A quale titolo le opposizioni gridano al “golpe”? Cosa dicono le norme?

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“Ingegneria istituzionale” o “bricolage elettorale”?

di Antonio Floridia
Giovanni Sartori aveva una precisa idea della scienza politica: la scienza politica non è una scienza “esatta”, ma nondimeno può offrire alcuni validi insegnamenti a coloro che si ingegnano di trovare soluzioni adeguate ai problemi istituzionali. Ragionamenti ipotetici e controfattuali (del tipo: “se si adotta questo meccanismo, ceteris paribus, è probabile che accada questo o quest’altro”) possono essere utili strumenti di analisi e di verifica empirica.

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