Com’è noto, il principio di proporzionalità in materia ambientale è declinato come criterio di contemperamento del principio di precauzione.
Presidenzialismo. Cioè?
Enzo Cheli ha scritto, da par suo, un articolo del tutto condivisibile per spiegare perché non gli piacciono affatto le proposte “presidenzialiste” avanzate da Fratelli d’Italia e riprese dai programmi elettorali del centro-destra. La mia perplessità è ancora più radicale, perché non capisco di cosa si parli. E questo un po’ mi allarma.
Pericolo di estinzione umana e interpretazioni giuridiche
Il primo agosto 2022, è stato pubblicato, sui prestigiosi PNAS, un articolo a dir poco inquietante, introdotto dal titolo: Climate Endgame: Exploring catastrophic climate change scenarios. La sua uscita è stata annunciata persino da alcune testate giornalistiche e televisive (evento quasi unico nel panorama dell’informazione italiana).
Referendum? Sono un “astensionista” e me ne vanto
Il referendum abrogativo è una cosa seria, ma chi lo propone non sempre lo è. E l’astensionismo che ha vanificato i referendum per i quali si è votato ieri lo ha clamorosamente confermato.
Un giudice può disapplicare le leggi che gli sembrano incostituzionali?
L’interrogativo del titolo ha intrigato i costituzionalisti più di mezzo secolo fa, ma la risposta negativa è ormai certa, e nessuno ne dubita più: la Corte costituzionale è sempre stata ferma sul punto. Ma qualcuno ci prova ancora, convinto che le sue personali considerazioni attorno alla successione di atti con cui il Governo ha fatto fronte alla pandemia sia viziata irrimediabilmente.
Il voto dei fuorisede: una vergogna italiana a cui non si intende rimediare
E’ passato giusto un anno da quando, nell’imminenza delle elezioni calabresi e in alcune città, pubblicammo un’aperta denuncia dello stato di passività delle istituzioni parlamentari in relazione a un tema di primissimo rilievo in ogni sistema democratico: come consentire la partecipazione al voto dei cittadini “non residenti”.
Due bis fanno una consuetudine?
Un antico proverbio francese, tratto dalla tradizione giuridica dell’Ancien Régime, insegna che “une fois n’est pas coutume”, cioè “una volta non fa consuetudine”. E due volte fanno una consuetudine? O meglio, due volte fanno una revisione costituzionale implicita?
Che cosa è successo nel Parlamento alla vigilia dell’elezione del PDR? I movimenti tra i gruppi e l’instabilità politica degli eletti
In tutti questi mesi il prof. Curreri ha mantenute aggiornate le tabelle degli spostamenti di deputati e senatori da un gruppo all’altro iniziati all’indomani delle elezioni del 2018. Come si può vedere, il Parlamento che – con l’integrazione dei rappresentanti delle regioni – si avvia a eleggere il nuovo Capo dello Stato è assai diverso da quello eletto dai cittadini italiani nel 2018. Verrebbe da chiedersi quale legittimazione politica esso abbia: è opportuno che un Parlamento trasformista elegga un Presidente che rimarrà in carica sino al 2029, quando esso stesso dovrà essere rieletto, al più tardi, all’inizio del 2023? Non sarebbe meglio che il nuovo Presidente fosse eletto dal nuovo Parlamento?
Lo scarso valore della sentenza polacca sulla prevalenza del diritto UE
La Corte Costituzionale polacca, con la sentenza del 7 ottobre 2021 in merito alla conformità di alcuni articoli dei Trattati europei con la Costituzione, ha sganciato un’autentica “bomba” sulla, già fragile, struttura euro-unitaria, causando un sisma giuridico-politologico che ha interessato tutto il vecchio continente.
“Paura del tiranno”: una psicopatologia culturale
La psicologia ha individuato due tipi di paure. La prima è di natura funzionale (razionale, può dirsi con un ossimoro). Essa si sostanzia nel timore di un evento negativo, probabile e pericoloso ed è utile perché alimenta una reazione onde prevenire o contrastare l’evento stesso:
La UE e il green pass: un’ordinanza del Tribunale europeo che non occorre commentare
Alcuni cittadini italiani avevano impugnato davanti alla Corte di giustizia il Regolamento (UE) 2021/953 – Certificato COVID digitale dell’UE – chiedendo anche un provvedimento d’urgenza che, in via cautelare, ne sospendesse l’esecuzione. Si tratta del regolamento tanto citato in molti interventi (e in molti commenti) pubblicati su questo giornale.
Commissione UE, il green pass e i giornalacci
L’onorevole Berlato (Fratelli d’Italia) ha ben pensato che i (quasi) 9.000 euro che il Parlamento europeo gli somministra mensilmente non vadano impiegati per seguire le vicende delle istituzioni europee, ma per denunciare le orribili cose che accadono in Italia. Così ha rivolto alla Commissione una serie di interrogazioni a risposta scritta (l’ultima è del 17 settembre 2021) per denunciare l’uso che in Italia si fa del green pass.